“La situazione politica in Myanmar è difficile, soprattutto nello Stato Chin. Attacchi, sfollamenti forzati di civili e crisi umanitarie sono ancora presenti in molte parti dello Stato Chin”. È la voce del vescovo di Hakha, mons. Lucius Hre Kung. Mentre in Europa, la crisi ucraina ha focalizzato l’attenzione di media e opinione pubblica, in Myanmar, vittima di un colpo di Stato il 1 febbraio 2021, si continua a lottare e a morire per violenza ma anche per povertà e condizioni di vulnerabilità. “Con l’arrivo della stagione delle piogge – fa sapere al Sir mons. Kung – la salute fisica delle persone e l’accesso al cibo nello Stato Chin ci preoccupano più di prima perché molti sono fuggiti e si sono sparpagliati ovunque per motivi di sicurezza. Anche dal punto di vista cristiano, siamo preoccupati perché è difficile per noi raggiungerli e dare loro una cura pastorale in questo momento particolarmente difficile”. “Oggi siamo preoccupati per la guerra in Europa”, osserva mons. Kung. “Pensiamo che l’Europa potrebbe in qualche modo cadere di nuovo sotto i colpi delle armi. Ma allo stesso tempo, sono sicuro anche che la sua profonda eredità cristiana possa avere un forte impatto in questo senso”. Una cosa però è certa: “La guerra in Ucraina ha un impatto economico in Myanmar. Cambia anche la nostra visione del mondo politicamente e socialmente”, osserva il vescovo. Che aggiunge: “L’attuale conflitto europeo ha oscurato la crisi birmana anche a livello mediatico. Sebbene il calo degli aiuti umanitari non venga notato in quanto tale, temo che possa diminuire in futuro a causa dell’impatto della guerra in Europa. Pertanto, lancio un appello: abbiamo bisogno del vostro aiuto e chiediamo aiuti internazionali per le persone in Myanmar, in particolare per le persone nello Stato Chin. Come tutti sanno, ci sono molti poveri in Myanmar. Per questo, la pace nel Paese è indispensabile perché se non c’è pace, la gente rischia di diventare sempre più povera. Ci aspettiamo che i valori cristiani su cui si è costruita la storia recente europea, vengano mantenuti e rispettati. L’Europa è stata per il mondo un punto di riferimento solido. A questa Europa chiediamo di rimanere fedele alla sua vocazione e di continuare a impegnarsi per la pace nel mondo. Chiediamo anche di continuare a offrire aiuti umanitari al mondo, soprattutto in Myanmar”.