“Un attacco vile e inumano”. È quanto dichiara Alberto Capannini della Comunità Papa Giovanni XXIII, presente ad Odessa, in merito all’attacco di ieri contro un palazzo nella città ucraina di Mykolaiv che ha provocato tre morti e cinque feriti. Il missile è caduto a poche ore dagli incontri fra i volontari della Carovana per la pace #stopthewarnow, Caritas ed istituzioni locali. Infatti, proprio martedì 28 giugno, racconta Capannini, “eravamo a Mykolaiv nel quartiere bombardato per consegnare alla Caritas locale aiuti umanitari portati dalla Carovana della pace #stopthewarnow”.
“Dobbiamo fare ogni sforzo per evitare che sparare sui civili diventi un fatto normale. Qui a Mykolaiv manca l’acqua e migliaia di persone vivono solamente grazie agli aiuti esterni. Ci sono persone che raggiungono le case al fronte per portare pagnotte che verranno divise anche fra una decina di persone, nascondendosi nei mezzi blindati ad ogni esplosione. Il nostro modo per rispondere a questa disumanità è quello di stare al fianco di queste persone con la nostra presenza. È l’unica cosa che possiamo fare adesso per costruire ponti di solidarietà”, afferma Capannini.
La missione umanitaria della Carovana della Pace #stopthewarnow è promossa da 175 associazioni, movimenti ed enti italiani, tra le quali Comunità Papa Giovanni XXIII, Nuovi Orizzonti, Arci, Cgil, Focsiv, Aoi, Rete italiana Pace e Disarmo, Libera contro le mafie, Legambiente, Focolarini, Mani Tese, Un ponte per, Pro Civitate Christiana. Un’iniziativa di pace che ha portato, ad oggi, a fornire cibo e riparo a più di 500 persone, tra donne, bambini, adolescenti, anziani e persone con disabilità.
Sabato 25 giugno è partita la delegazione di 50 persone con destinazione Odessa e Mykolaiv. Con loro anche il vice presidente della Cei, mons. Francesco Savino.
I volontari italiani hanno portato 40 tonnellate di beni di prima di necessità per la popolazione colpita dalla guerra.