Papa Francesco: al Patriarcato ecumenico, “non trasformare il Padre di tutti nel dio delle proprie ragioni e delle proprie nazioni”

(Foto Vatican Media/SIR)

“La ricerca dell’unità dei cristiani non è dunque solo una questione interna alle Chiese. È una condizione imprescindibile per la realizzazione di un’autentica fraternità universale, che si manifesta nella giustizia e nella solidarietà verso tutti”. Ne è convinto il Papa, che ricevendo in udienza una delegazione del Patriarcato ecumenico, in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, ha chiesto ai cristiani “una seria riflessione: quale mondo vorremmo che emerga dopo questa terribile vicenda di scontri e contrapposizioni? E quale apporto siamo pronti a offrire ora per una umanità più fraterna?”. “Gesù ci invita ad essere misericordiosi e mai violenti, perfetti come il Padre senza adeguarci al mondo”, ha ricordato Francesco, esortando i presenti “a non cedere alla tentazione di imbavagliare la novità dirompente del Vangelo con le seduzioni del mondo e di trasformare il Padre di tutti nel dio delle proprie ragioni e delle proprie nazioni”. “Non è più il tempo di regolare le agende ecclesiali secondo le logiche di potere e convenienza del mondo, ma secondo l’audace profezia di pace del Vangelo”, il monito del Papa: “Con umiltà e tanta preghiera, ma anche con coraggio e parresia”. “Un segno di speranza, nel cammino verso il ristabilimento della piena comunione, viene dalla riunione del Comitato di coordinamento della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa che, dopo un’interruzione di due anni a causa della pandemia, ha avuto luogo lo scorso maggio”, l’omaggio di Francesco, insieme all’auspicio che “il dialogo teologico progredisca promuovendo una mentalità nuova che, conscia degli errori del passato, porti a guardare sempre più insieme al presente e al futuro, senza lasciarci intrappolare nei pregiudizi di altre epoche”. “Non accontentiamoci di una diplomazia ecclesiastica per rimanere gentilmente sulle proprie idee, ma camminiamo insieme da fratelli”, l’invito finale: “Preghiamo gli uni per gli altri, lavoriamo gli uni con gli altri, sosteniamoci vicendevolmente guardando a Gesù e al suo Vangelo”.

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