“La vostra presenza alla liturgia eucaristica è stata motivo di grande gioia per me e per tutti, perché ha manifestato visibilmente la vicinanza e la carità fraterna della Chiesa di Costantinopoli nei riguardi della Chiesa di Roma”. È il saluto del Papa alla delegazione del Patriarcato ecumenico, ricevuta in udienza in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo. “Vi chiedo di portare il mio saluto e la mia gratitudine al caro fratello Bartolomeo, Patriarca ecumenico, e al Santo Sinodo, che vi hanno inviato qui tra noi”, ha proseguito Francesco, secondo il quale “il tradizionale scambio di delegazioni tra le nostre Chiese in occasione delle rispettive feste patronali è un segno tangibile che il tempo della distanza e dell’indifferenza, durante il quale si pensava che le divisioni fossero un fatto irrimediabile, è stato superato”. “Oggi, ringraziando Dio, in obbedienza alla volontà del nostro Signore Gesù Cristo e con la guida dello Spirito Santo, le nostre Chiese portano avanti un fraterno e proficuo dialogo e sono impegnate in modo convinto e irreversibile nel cammino verso il ristabilimento della piena comunione”, il bilancio del Papa, che ha ricordato in particolare, a qualche giorno dal cinquantesimo anniversario della scomparsa, “l’indimenticabile Patriarca ecumenico Athenagoras, pastore saggio e coraggioso che continua ad essere per me e per tanti fonte di ispirazione. Egli diceva: ‘Chiese sorelle, popoli fratelli’”.