“A prendersi cura dei fratelli nella comunità cristiana non viene mandato un uomo perfetto e senza limiti ma un uomo che ha fatto i conti con la sua fragilità e che si è lasciato ricostruire dall’Amore”. Così mons. Salvatore Ligorio, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, durante l’omelia della concelebrazione nella cattedrale di Matera, martedì 28 giugno, alla vigilia della solennità dei Santi Pietro e Paolo, presente l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo.
Mons. Ligorio ha preso parte alla novena nella cattedrale di Matera per la festa di Maria Santissima della Bruna, patrona della città, che sarà celebrata il 2 luglio.
“Se Pietro è l’apostolo ricostruito dall’Amore, Paolo è l’apostolo ricostruito dalla Chiesa: sarà osteggiato dapprima dai suoi fratelli che lo accusano di avere abbandonato la fede dei padri e poi dai nuovi fratelli che vedono nell’apertura verso i pagani un tradimento del Vangelo. Eppure sarà proprio grazie a lui, alla sua tenacia che il Vangelo raggiungerà gli estremi confini della terra, fino a noi questa sera, qui, oggi”.
Mons. Ligorio ha fatto poi notare che Pietro e Paolo sono due figure e due modi di intendere la fede che devono essere tenuti insieme: “L’istituzione e la profezia, la roccia e la vela, la stabilità e l’itineranza”. Questo l’augurio finale: “Chiediamo alla Vergine della Bruna di renderci entusiasti, recuperiamo la gioia, l’entusiasmo dell’essere, del vivere, del dono che siamo come Pietro e appassionati come Paolo perché si rinnovi anche oggi quanto operato all’inizio della predicazione apostolica”.