Parlamento Ue: da lunedì plenaria a Strasburgo. Le posizioni degli eurodeputati italiani su transizione ecologica, Recovery fund polacco e salario minimo

Quella in calendario la prossima settimana a Strasburgo sarà una plenaria del Parlamento europeo “significativa” sia per quanto riguarda i provvedimenti legati al pacchetto “Fit for 55%” sia per il possibile ok al salario minimo ma anche per il via libera al Piano di ripresa e resilienza della Polonia. Ne sono convinti gli eurodeputati italiani intervenuti oggi alla conferenza stampa che si è tenuta per iniziativa dell’ufficio del Parlamento europeo in Italia in vista della plenaria in programma dal 6 al 9 giugno.
Le posizioni dei gruppi politici sono diversificate: Luisa Regimenti (Ppe, Forza Italia) chiede che le misure siano “attentamente calibrate” per evitare che un’“idea virtuosa” finisca per “far soffrire il sistema produttivo” per via di un provvedimento che rischia di essere “molto costoso per le nostre imprese”. Per Alessandra Moretti (S&D, Partito democratico) “non ci dev’essere competizione tra imprese, aziende e clima” che, invece, “devono viaggiare in parallelo”. Il “Fit for 55%” è ritenuto da Ignazio Corrao (Verdi) un provvedimento “non sufficiente a ridurre di 1 °C il riscaldamento globale” e, anche per questo, era stato proposto il “Fit for 60%” per arrivare alla riduzione del 60% delle emissioni entro il 2030. Secondo Silvia Sardone (Id, Lega) il programma è “irrealistico” vista la crisi energetica in corso, un provvedimento frutto di “un’utopia green” che rischia di far perdere molti posti di lavoro senza un “sostegno concreto e reale alle imprese”. Laura Ferrara (Movimento 5 Stelle) ha richiamato l’attenzione al fatto che “bruciare rifiuti non sarà più conveniente dal punto di vista economico”, e che bisogna convintamente “puntare su economia circolare, riciclo e riuso”. Inoltre “la dotazione finanziaria prevista dal Fondo sociale sul clima è esigua alla luce della guerra in Ucraina”; per questo chiede che “il fondo ricalchi il Recovery fund”. Differenze emergono anche sull’atteggiamento da tenere verso la Polonia anche se è diffusa l’idea che il via libera al Piano di ripresa e resilienza non possa avvenire “chiudendo un occhio” su stato di diritto e indipendenza del sistema giudiziario “barattandoli” con la “gratitudine” per l’accoglienza dei rifugiati ucraini. Martedì poi potrebbe arrivare l’annuncio dell’ok al salario minimo europeo. Provvedimento che gli eurodeputati italiani considerano “urgente” considerato che quelli del nostro Paese sono i più bassi. Va evitato – sostengono – “un dumping sociale tra lavoratori in Ue”, scegliendo di “legare il salario al costo della vita” nei diversi Paesi.
Nell’agenda dei lavori anche le celebrazioni per il 60° anniversario della Politica agricola comune (Pac), la guerra in Ucraina e le sue conseguenze con l’audizione di Ruslan Stefančuk, presidente della Rada, il futuro dell’Europa con l’intervento del premier irlandese Micheál Martin e il dibattito su cosa fare della Conferenza del futuro dell’Europa. Infine la consegna del Premio Lux per il cinema, a cui concorrono “Flee”, “Great Freedom” e “Quo Vadis, Aida?”.

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