“Desidero ringraziarvi di cuore per quanto avete fatto voi tutti che avete vigilato sull’attenzione ai protocolli, dedicato tempo all’accoglienza, all’accompagnamento delle persone ai posti disponibili, impegnato olio di gomito e attenzione per la sanificazione nelle parrocchie dopo le celebrazioni”. Queste le parole dell’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nella lettera, intitolata “Ogni porta un sorriso”, indirizzata ai volontari che in questi due anni di pandemia hanno svolto il servizio nelle chiese nel rispetto delle norme imposte dalla situazione sanitaria.
La lettera è stata distribuita ieri pomeriggio ai partecipanti al momento di preghiera, testimonianze e ringraziamento che si è svolto dalle 17.30 presso santuario Beata Vergine Addolorata a Rho. Un incontro con quei volontari che – praticamente in tutte le 1.108 parrocchie della diocesi di Milano – hanno contribuito a “costruire rapporti fraterni e un clima di serena condivisione con atteggiamento benevolo e cordiale”.
Nella lettera mons. Delpini sottolinea, inoltre, come “grazie al vostro servizio e alle intenzioni degli uni verso gli altri si può affermare con una certa sicurezza che nessuna celebrazione è stata un focolaio della pandemia. E molte ferite e angosce hanno trovato sollievo e guarigione nella celebrazione dei santi misteri”. E prosegue: “Ci sono gesti minimi di bene che sono alla portata di tutti. La puntualità nella presenza, l’attenzione alle singole persone, la ripetizione delle operazioni hanno consentito la prestazione di un servizio indispensabile (…). Il vostro servizio ha suggerito la logica della solidarietà: chiunque può contribuire alla mia salute, se rispetta e fa rispettare le attenzioni raccomandate”.
Dopo la forzata interruzione delle celebrazioni eucaristiche a partire da domenica 23 febbraio di due anni fa, le messe con l’assemblea sono potute riprendere il successivo 18 maggio con l’attivazione di gruppi di volontari dell’accoglienza con il compito di far osservare, nelle celebrazioni dei giorni festivi, le misure di contrasto alla pandemia.
L’invito di mons. Delpini, ora che la pandemia sembra avere esaurito i suoi effetti più gravi, è di mantenere nelle parrocchie lo stesso spirito di accoglienza e attenzione: “Comincia meglio una messa quando chi entra si sente conosciuto, salutato, desiderato. Il rischio di una partecipazione alla celebrazione eucaristica vissuta come adempimento individuale è continuamente presente”.
Nel libretto, disponibile anche nelle librerie cattoliche, l’arcivescovo suggerisce infine anche un piccolo “decalogo dell’accoglienza” perché l’esperienza maturata possa diventare uno stile di vita per tutti. Il sorriso, la discrezione, un interesse invitante per ogni volto nuovo che si presenti in chiesa, la disponibilità ad offrire attenzione ai più bisognosi, un invito a tornare, una preghiera per ogni persona incontrata sono alcune di queste dieci buone abitudini.