Si è chiusa lo scorso 26 giugno (dal 22) la visita pastorale del patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, alla parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza, l’unica cattolica della Striscia. Cinque giorni di incontri, preghiere, inaugurazioni e momenti conviviali, ma soprattutto di colloqui con le famiglie cristiane: una decina di esse hanno potuto ricevere il patriarca nelle loro case. Tra queste, riferisce il sito del patriarcato latino, anche la famiglia di Jeries Michail, l’unico cristiano che vive con la moglie Soha fuori Gaza, nella città di Khan Yunis. Si tratta di famiglie che, afferma il patriarca, “hanno dimostrato una gioia e una resilienza impressionanti di fronte alla difficile situazione che devono affrontare ogni giorno. Ho visto in loro una grande serenità e una grande acquiescenza. Quest’anno per ottenere i permessi di uscita per le vacanze è stato più facile e molti cristiani ne hanno potuto beneficiare. L’ho percepito davvero durante questi incontri, soprattutto rispetto all’anno scorso, quando la guerra del giugno 2021 ha creato un clima di tensione e stanchezza che pesava sulle spalle dei Gazawi”. Oltre a queste visite, il Patriarca ha dedicato diversi momenti alla gioventù cristiana locale, inaugurando un campo polifunzionale, agli scout della parrocchia che hanno espresso la loro gratitudine al Patriarca e al Patriarcato per il sostegno. Durante il suo soggiorno, il Patriarca è stato anche invitato a celebrare la Festa del Sacro Cuore di Gesù, tradizionalmente celebrata a Betlemme dai Salesiani. La visita si è estesa a diversi ospedali – l’ospedale arabo cristiano Al-Ahli e l’ospedale Giordano “Gaza 71” – e cliniche tra cui quella della Caritas di Gerusalemme. Il patriarca, inoltre, ha fatto visita a quattro famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà beneficiate del progetto “Da famiglia a famiglia”, della Caritas polacca che ogni anno fornisce assistenza a circa un centinaio di famiglie. A Gaza, il progetto “Da famiglia a famiglia” è in atto da tre anni. La maggior parte dei beneficiari – famiglie composte da donne con bambini e mariti assenti o malati, a volte fortemente indebitate o che vivono in baraccopoli – ricevono un aiuto finanziario per potersi nutrire, comprare medicine o pagare i debiti familiari. “In tutta la Striscia di Gaza, stiamo aiutando tra le 80.000 e le 100.000 persone – spiega George Antone, amministratore di Caritas Jerusalem a Gaza – abbiamo anche delle cliniche che forniscono assistenza sanitaria di base a tutti e indirizzano le persone che hanno bisogno di specialisti ad altri ospedali o a medici specializzati”. Nonostante le difficoltà di approvvigionamento, soprattutto elettrico, ma anche finanziario, dovute alla crisi del Covid-19 e alla guerra in Ucraina, gli ospedali visitati continuano a fornire cure gratuite ai pazienti. Sempre in tema di iniziative umanitarie ma anche sociali, il Patriarca si è soffermato a visitare il centro delle Suore Missionarie della Carità, all’interno della parrocchia, che si occupa di bambini gravemente disabili. Al termine del soggiorno il Patriarca ha salutato tutti coloro che, in questi cinque giorni, hanno contribuito alla visita: “Venire qui non è solo per risolvere i problemi, per portare aiuto ma è anche per incontrare la gente, i cristiani di Gaza. Io sono un pastore e loro sono il mio gregge”.