“I nostri giovani sono oggi frustrati perché aspirerebbero ad essere protagonisti di un mondo del lavoro basato su creatività e merito. Noi adulti dobbiamo avere la responsabilità di confortarli e dire che sì, è possibile ancora che diano un contributo determinante a questa nostra società”. Lo ha affermato mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, intervenendo alla chiusura del primo Meeting dei Francescani del Mediterraneo svoltosi a Favara (Ag).
“Negli anni ‘60 e ‘70 – ha ricordato il presule – si registravano molte assunzioni nel settore pubblico. Si proveniva da una situazione di precarietà e povertà e questo tipo di lavoro rappresentava una certezza economica importante”. “Oggi – ha proseguito mons. Raspanti – i nostri ragazzi vengono generalmente da una situazione più agiata, ma sono in realtà molto più frustrati, perché aspirerebbero ad un mondo di creatività e di complessità, vorrebbero essere protagonisti di un lavoro che consenta loro di dare un contributo alla società”. “Invece – ha ammonito – spesso partecipano ai tanti concorsi pubblici in modo sfiduciato, forse anche per le troppe chiacchiere che generano certamente una profonda sfiducia verso le istituzioni”. “Il risultato – ha concluso il presidente della Cesi – è che le opportunità lavorative vengono viste con sospetto: si pensa che i posti andranno solo ai raccomandati, che non verrà premiato il merito, anche quando non è vero. Questa poca speranza nel futuro ci mortifica e dovrebbe spingerci a riflettere”.