“La tragedia di questa notte a Rignano ci mette nuovamente di fronte alla drammatica situazione dei ghetti in provincia di Foggia, dove alloggiano migliaia di braccianti stranieri comunitari ed extracomunitari che vivono in condizioni disumane e inaccettabili. La morte di questo giovane bracciante ci addolora e ci spinge a sollecitare ancora una volta l’intervento di istituzioni e politica per dare una risposta ferma e risolutiva a questo fenomeno”. Così il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, commenta la notizia dell’incendio scoppiato questa notte nel ghetto di Torretta Antonacci, dove ha perso la vita un migrante di 35 anni, originario del Gambia. Nel marzo del 2017, nello stesso luogo, morirono altri due braccianti, originari del Mali, in un devastante incendio che distrusse decine di baracche. In quell’occasione il ghetto fu sgomberato, ma nel corso dei mesi successivi si ricostituì l’insediamento irregolare, dove ora alloggiano circa 1.500 persone.
“Siamo consapevoli della complessità della situazione, ma non possiamo più attendere”, ammonisce Rota, aggiungendo che “in questi giorni stiamo incontrando deputati e senatori per sottoporre il testo di una mozione che abbiamo denominato ‘Mai più ghetti’ con l’auspicio che se ne facciano promotori presentandola alle Camere e avviandone il relativo iter parlamentare”. “Un’azione necessaria – continua il sindacalista – per impegnare il Governo verso iniziative concrete con cui garantire dignità, sicurezza, legalità, monitorare costantemente gli insediamenti presenti nel territorio nazionale, ripensare le politiche migratorie, la gestione dell’accoglienza e delle necessità abitative”. “Quanto è accaduto a Rignano – conclude Rota – conferma che intervenire è ormai una esigenza di civiltà”.