Fine vita: don Sapuppo (Studio teologico Catania), “se si è accompagnati non è la stessa cosa che se si è soli”

“Questo disegno di legge può cambiare il nostro modo di pensare e il nostro sistema sanitario. Pretende di decidere quale vita sia degna e quale non degna di essere vissuta, quale morta sia ‘buona’ e quale no”. Così Nunzia Decembrino, pediatra di Catania, che il 24 giugno ha coordinato i lavori del seminario sulla proposta di legge n. 2553, “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita”, ora in corso di esame al Senato. L’evento, accreditato dall’Ordine degli avvocati di Catania, è stato organizzato da molte associazioni del network dell’Agenda pubblica “Ditelo sui tetti (Mt 102,7)”, fra cui Alleanza Cattolica e Centro studi Livatino. All’incontro sono intervenuti medici impegnati nella rete delle cure palliative della regione siciliana, filosofi, teologi e giuristi. Per don Antonino Sapuppo, direttore dello Studio Teologico San Paolo di Catania, di fronte a scenari come quello prospettato dal disegno di legge 2553, non si può restare indifferenti e, anzi, “si impone l’educazione al senso e alla bellezza dell’esistenza”. “Nessuno – avverte il docente – vuole soffrire ed è normale che si abbia paura di essere ammalati”, ma la strada da imboccare è in un altro sguardo e nel riconoscere che “se si è accompagnati non è la stessa cosa se si è soli”. Per questo, “Papa Pacelli, ripreso da Papa Francesco, ha stabilito il principio dell’adeguatezza delle cure, senza accanimento terapeutico, e la capacità di accettare la fine della vita, perché, citando Benedetto XVI, ‘la morte va accolta e non somministrata’, da cui ne discende la grande importanza delle terapie del dolore e palliative”. Il prossimo appuntamento della rete di associazioni è fissato il 30 giugno a Tricase (Lecce).

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