Alla vigilia della sua partenza per l’Ucraina, direzione Odessa, con la Carovana della pace, mons. Francesco Savino vescovo di Cassano All’Jonio e vice presidente della Cei, affida ad una lettera aperta i suoi sentimenti: “Il viaggio che compirò non vuol avere la presunzione di una immediata pacificazione tra il popolo ucraino e quello russo, vuole essere quell’unico chicco di grano che nel fare l’amore con la terra, restituisce generosi frutti. Vuole essere un convoglio di carezze, come quelle carovane rumorose che al passaggio alzano sì polvere ma tracciano un sentiero, una strada, un viottolo di possibilità che questi tempi bui, con penosa violenza, stanno cercando di cancellare”. Ad Odessa, insieme alla Carovana della pace, “andremo a fare rumore, ad incontrare i volti, gli sguardi, i dolori, gli umori e le paure di uomini e donne con gli stessi volti, gli stessi sguardi e dolori e umori e paure nostre. Il Vangelo – scrive il vescovo – mi ha insegnato, tra le altre cose, ad essere il fianco dei dimenticati, il compagno di ogni uomo e di ogni donna che, in Cristo, è l’espressione più sincera della fratellanza. All’assordante silenzio del mondo – rimarca mons. Savino -, che come una cupa coltre avvolge questa tristissima pagina di storia e molte altre, risponderemo con il rumore dei nostri cuori, del nostro impegno concreto e continuato, alzeremo la polvere dell’empatia, spezzeremo l’Eucarestia dell’amore in ogni luogo, affinché la potenza del corpo di Cristo reifichi la pace e diventi instancabile marcia di fraternità e sororità. Mosso da questo sentire vi chiedo di stringervi a me, alla carovana della pace, alla rete #stopthewarnow e di stringerci al vostro cuore, con la forza della preghiera e la promessa vera della fede, perché nessun abbraccio potrà essere mai più dolce e consolante”.