“Una vera catastrofe per il partito conservatore e un’altra ferita che porterà alla fine politica di Boris Johnson, anche se il premier farà di tutto per ridimensionare il suo fallimento”. Così Mark Stuart, politologo dell’Università di Nottingham, giudica le due brucianti sconfitte dei Tories alle elezioni supplettive di Tiverton e Honiton, un seggio del Sud, da sempre conservatore, e di Wakefield, profondo Nord laburista, conquistato da Johnson soltanto nel 2019. “Il premier ha perso elettori ai due estremi della società, ricchi pensionati e poveri disoccupati che hanno votato tatticamente, scegliendo liberaldemocratico, anche se erano laburisti, e viceversa, pur di liberarsi dei conservatori”, osserva Stuart. “Se questo comportamento si ripetesse durante le elezioni generali la sconfitta sarebbe assicurata per Boris Johnson. A Tiverton, in particolare, si tratta della più grande vittoria di un partito, a un’elezione supplettiva, nella storia del dopoguerra. A Wakefield, poi, sono ritornati laburisti quegli elettori che lo erano da sempre e che hanno scelto Johnson soltanto nel 2019, garantendo, così, il suo successo. Alle elezioni generali un risultato di questo tipo vorrebbe dire che i laburisti sono diventati il partito di maggioranza. Moltissimi deputati Tory, oggi, saranno terrorizzati dall’idea di perdere il loro posto e chiederanno che le regole possano essere cambiate per mandare via Johnson che deve rimanere ancora per un anno”.