“Tutti i partiti sono chiamati a prendere una posizione sullo Ius Scholae in Parlamento, questo sondaggio ci dice chiaramente che c’è un fronte trasversale tra gli italiani che vuole riconoscere il diritto alla cittadinanza per ragazze e ragazzi che vivono in Italia e frequentano la scuola. Nonostante il testo dello ius scholae non tocchi molti aspetti cruciali che producono discriminazioni per l’accesso alla cittadinanza, l’approvazione della riforma sarebbe un segnale importante, capace di produrre effetti positivi. Per molti minori la qualità della vita potrebbe migliorare significativamente”. Lo spiega Francesco Ferri, migration advisor ActionAid Italia, in occasione della presentazione dei risultati del sondaggio realizzato da Quorum/Youtrend per conoscere cosa pensano gli italiani sulla riforma. Inoltre, “sarebbe la prima modifica strutturale della legge n. 91 del 1992. A trent’anni di distanza questa sarebbe la dimostrazione che la legge sulla cittadinanza può essere cambiata, perché l’Italia è cambiata: è arrivato il momento di una stagione politica nella quale la legge sulla cittadinanza può essere riscritta nel suo complesso per ampliare il riconoscimento dei diritti. Dal sondaggio, infatti, emerge che il 63% degli italiani sarebbe a favore anche di un riconoscimento immediato della cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri”, aggiunge Ferri.
“Oggi è un giorno di grande speranza e significato, lo ius scholae arriva alla Camera e ho avuto la possibilità di parlare con il presidente della Repubblica della riforma. Ora una persona cresciuta in Italia e ancora senza cittadinanza ha l’opportunità di parlare con il capo dello Stato: era impensabile per la generazione dei nostri genitori poter rivolgere le proprie istanze ai massimi livelli, questo è esemplificativo dei passi in avanti che il nostro Paese ha fatto, segno della partecipazione attiva delle persone con background migratorio. Oggi c’è bisogno di coraggio per superare i giochi di forza tra partiti e far uscire dall’invisibilità quasi un milione di giovani senza cittadinanza” dichiara Ada Ugo Abara, attivista della Rete per la cittadinanza di cui fa parte anche ActionAid.