“Il brutto tempo e le piogge di ieri stanno ostacolando le operazioni di soccorso locali nelle zone colpite dal terremoto in Afghanistan”. Lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia, precisando che “alcune famiglie hanno riferito ai nostri operatori che stanno ancora cercando di recuperare i feriti da sotto le macerie e di estrarre coloro che hanno perso la vita”. “Gli anziani di alcuni villaggi – prosegue – raccontano che alcune famiglie sono così povere da non poter nemmeno permettersi di seppellire i loro morti. Ora, tutte le loro vite sono sotto le macerie. Senza un tetto per ripararsi in moltissimi non riescono a trovare un posto per accendere un fuoco per cucinare. Vite, beni e bestiame sono andati perduti”. “Ad un anno dall’arrivo del regime talebano nel Paese – evidenzia Iacomini – ci sono 24,4 milioni di persone, la metà bambini, che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria rispetto ai 18 milioni dello scorso anno”. “Ci sono villaggi nel Gayan, Barmala, Naka e Ziruk nella provincia di Paktika e nel distretto di Spira nella provincia di Khost dove tutte le case, che accoglievano più di una famiglia, sono andate distrutte”, conclude il portavoce di Unicef Italia, sottolineando che “i bisogni più urgenti restano quelli di un riparo e di cibo”.