Ecuador: continuano le proteste nel Paese. I vescovi promuovono oggi una messa per la pace

(Foto: Conferenza episcopale Ecuador)

Non accenna a placarsi la tensione in Ecuador, dove la protesta sociale, soprattutto della componente indigena, si è estesa praticamente a tutto il Paese. Damiano Scotton, padovano, docente di Relazioni internazionali all’Università dell’Azuay, con sede a Cuenca, spiega al Sir: “Quasi tutte le regioni sono interessate, la città dove vivo, Cuenca, anche se è praticamente sotto assedio, è in questo momento un’isola felice. L’epicentro della protesta è a Quito, ma anche in altre zone del Paese ci sono stati degli eccessi, sia da parte delle Forze di polizia sia da parte dei manifestanti che, per esempio, ad Atrato, hanno inquinato con olio bollente le cisterne che contenevano acqua potabile per l’approvvigionamento della popolazione. Da parte dei vescovi, varie università e organizzazioni è venuto un invito al dialogo. Il presidente Lasso ha accettato, a condizione che la protesta si interrompa, ma gli indigeni al momento restano in stato d’agitazione e ribadiscono le loro dieci richieste. In realtà alcune, come il prezzo della benzina, possono essere risolte facilmente, altre invece riguardano politiche sociali di più ampio respiro”. Il ricordo va alla protesta del 2019, che fu più intensa, di quella attuale, almeno al momento, e si risolse con la mediazione dei vescovi.
A questo proposito, oggi, alle 11 (ora locale), sarà celebrata una messa per la pace in Ecuador, voluta dalla Conferenza episcopale ecuadoriana (Cee). In un video, il presidente dei vescovi, mons. Luis Herrera Cabrera, arcivescovo di Guayaquil, afferma: “Confermiamo il nostro cordiale invito alle parti perché, abbandonando le posizioni estreme, si siedano a dialogare, ad ascoltarsi, a riflettere insieme e a prendere decisioni che portino il bene a tutto il Paese e non a piccoli gruppi”. Mons. Cabrera conferma la disponibilità dei vescovi a partecipare al dialogo nella modalità che le parti “ritengano conveniente”. La cosa che più interessa all’episcopato è che “la pace tanto desiderata sia realtà tra noi e sia basata sulla giustizia, la libertà e la verità”.

Sempre attraverso un video, si esprime anche l’arcivescovo di Quito, Alfredo José Espinoza Mateus, primate dell’Ecuador e vicepresidente della Cee, che ugualmente richiama al dialogo, “unico cammino possibile”, caratterizzato dall’ascolto e dalla mansuetudine, come afferma il Papa. L’alternativa è “alzare muri”, oppure “costruire ponti”, basati sull’ascolto, sull’umiltà, sulla mansuetudine”. Conclude l’arcivescovo: “Torno a rivolgere un invito al dialogo”, considerando che “la meta è comune”.

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