“Essenziale è il contributo di Caritas a partire dalla sua esperienza a contatto con gli ultimi che deve fecondare e aprire alla creatività nella Chiesa e nella comunità”. Lo ha detto padre Giacomo Costa, presidente della Fondazione Culturale San Fedele e consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, al termine del 42° Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Padre Costa ha interagito con don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, raccogliendo le suggestioni emerse dal confronto nei gruppi per provare a dare qualche indicazione su quali prospettive si aprono oggi per la Caritas. “Il cammino sinodale – ha ricordato padre Costa – è più avanti di noi, ci precede, e apre i nostri occhi su esperienze di sinodalità già in atto. Ma anche sulle difficoltà… L’ascolto della realtà, sociale ed ecclesiale, e la luce che proviene dalla contemplazione del Mistero possono aprire processi di discernimento comune in vista di scelte concrete. L’ascolto della Parola ci porta a quell’attenzione indispensabile per poter ascoltare i piccoli, ci inoltra nei cammini della democrazia, che cominciamo a saper leggere teologicamente, come luoghi della rivelazione dello Spirito”. La mattinata si era aperta con la lectio guidata dalla pastora Lidia Maggi e la testimonianza di Vincenzo Linarello, presidente del consorzio Goel, una comunità di persone, imprese e cooperative che operano per il riscatto della Calabria attraverso l’impresa sociale come principale motore di cambiamento. “Abbiamo pensato – ha sottolineato Linarello – a una realtà di imprese sociali capaci di generare lavoro e un’alternativa al sistema per tutte quelle imprese che hanno luminosamente scelto di affrancarsi dalle mafie”. A seguire la tavola rotonda con quattro giovani che hanno parlato delle loro esperienze: Aldo Lazzari, referente Young Caritas di Bergamo, Andrea Campisi, che ha svolto il Servizio civile presso la Caritas diocesana di Siracusa, Maria Chiara Barzacca, dell’equipe di Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, Noemi Calgaro, che ha terminato l’esperienza come Casco bianco in Guatemala. Il convegno si è chiuso con la concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana.