“A me piace parlare con gli anziani guardandoli negli occhi: hanno occhi brillanti, che ti parlano più delle parole, la testimonianza di una vita”. Lo ha rivelato, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza, dedicata alla vecchiaia. “E questo è bello conservarlo fino alla fine: seguire Gesù pieno di vita”, ha proseguito Francesco sempre fuori testo. “Imparare dalla nostra fragilità ad esprimere la coerenza della nostra testimonianza di vita nelle condizioni di una vita largamente affidata ad altri, largamente dipendente dall’iniziativa di altri”, l’imperativo per gli anziani. “Con la malattia, con la vecchiaia la dipendenza cresce e non siamo più autodipendenti come prima”, ha detto a braccio: il Papa: “Anche lì c’è Gesù con noi, anche lì c’è la ricchezza della fede vissuta”. “Disponiamo di una spiritualità realmente capace di interpretare la stagione – ormai lunga e diffusa – di questo tempo della nostra debolezza affidata ad altri, più che alla potenza della nostra autonomia?”, la domanda di Francesco, che si è chiesto inoltre: “Come si rimane fedeli alla sequela vissuta, all’amore promesso, alla giustizia cercata nel tempo della nostra capacità di iniziativa, nel tempo della fragilità, nel tempo della dipendenza, nel tempo del congedo, nel tempo di allontanarsi dal protagonismo della nostra vita?”. “Non è facile allontanarsi dall’essere protagonisti della nostra vita”, ha ammesso il Papa: “Questo nuovo tempo è anche un tempo della prova, certamente. Incominciando dalla tentazione – molto umana, indubbiamente, ma anche molto insidiosa –, di conservare il nostro protagonismo”. “E alle volte il protagonismo deve diminuire, deve abbassarsi”, ha sottolineato Francesco a braccio: “Devi accettare che la vecchiaia ti abbassa come protagonista, ma avrai un altro modo di partecipare alla famiglia, alla società, al gruppo degli amici”. No, allora, alla tentazione che ha colto anche Pietro: quella di “ficcare il naso nella vita degli altri”. A questa “curiosità”, ha osservato il Papa a braccio, “Gesù dice: stai zitto! A te che importa? Tu prenderti cura della tua vita, e non ficcare il naso nella vita altri. Tu seguimi”. “Bellissimo”, ha commentato Francesco: “Seguire Gesù: nella vita e nella morte, nella salute e nella malattia, nella vita prospera con tanti successi e nella vita difficile, con tanti momenti brutti. Quando vogliamo metterci nella vita degli altri Gesù risponde: a che te che importa? Tu seguimi!”.