“Anche la compassione e la pratica della carità trova in Gesù una avversativa, così che contesta anche gli ultimi, anche i poveri e il loro modo di pregare e di chiedere. Così forse contesta e corregge anche coloro che degli ultimi e dei poveri si prendono cura”. Lo ha detto oggi pomeriggio durante l’omelia in Duomo l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, celebrando la messa con i 545 delegati Caritas da 165 diocesi riuniti in questi giorni per il 42° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, sul tema “Camminare insieme sulla via degli ultimi”. “Si possono raccogliere dal Vangelo cinque avversative che Gesù pratica mentre dichiara la sua volontà di purificare il lebbroso”, ha spiegato monsignor Delpini: “Non la prestazione, ma la relazione”, ossia “se l’aiuto si riducesse a una prestazione basterebbe un ufficio e degli incaricati, se l’aiuto costruisce una relazione ci vuole un centro di ascolto e una comunità in cui le relazioni vivono”. “Non il sollievo, ma la salvezza”, significa cioè che i poveri “ricevono il dono della salvezza: non possono accontentarsi di ‘una piccola mano’ per tirare a fine mese. E la comunità cristiana è chiamata a compiere il gesto di condividere il pane, ma non come una cosa da dare: piuttosto come a un segno del pane della vita”. Terzo: “Non l’accondiscendenza, ma la vocazione”, così “il bene compiuto e il bene ricevuto contiene una vocazione alla missione”. Quarto: “Non l’individuo, ma la persona nella comunità” così “chi pratica la carità non si prende cura di individui immaginandoli isolati, piuttosto promuove l’inserimento in una comunità in cui ciascuno possa dare e ricevere secondo le sue possibilità”. Quinto: “Non la popolarità, ma l’obbedienza al Padre”. “Gesù guarisce la persona e rifugge dalla popolarità che pretende di trattenerlo, di fissarlo in un ruolo, di ridurre la sua missione a supporto di un mondo vecchio e statico – ha concluso monsignor Delpini -. La sua missione è obbedienza al Padre che vede nel segreto, è docilità allo Spirito che lo spinge sempre oltre, è missione di evangelizzazione che deve giungere anche oltre, anche altrove, anche là dove nessuno lo aspetta e nessuno lo cerca”.