Nei quasi quattro mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina, la Chiesa diocesana di Terni-Narni-Amelia ha raccolto 40.000 euro, attraverso la raccolta di Quaresima, nelle parrocchie, da privati, associazioni, imprenditori e scuole, e che sono stati distribuiti in sostegni economici alle famiglie che hanno accolto, alle famiglie ucraine, nelle spese di alloggio, bollette, beni per i bambini, aiuti sanitari e legali, alimenti. La rete di solidarietà coordinata dalla Caritas diocesana continua a dare aiuto, accoglienza e sostegno umano alle oltre 400 persone che sono state accolte attraverso i canali della Caritas.
“Grazie all’aiuto dei benefattori, parrocchie, aziende e privati – ha affermato il direttore della Caritas diocesana, padre Stefano Tondelli – tantissime persone hanno potuto godere, innanzitutto, di una solidarietà e vicinanza umana, indispensabile in questo momento, ed anche di beni essenziali. Grazie alla generosità di tanti stiamo riuscendo a rispondere ai bisogni di centinaia di situazioni. Un grazie di cuore a tutti coloro che si sono resi disponibili in qualsiasi modo ad aiutare: a tutti i privati cittadini che hanno aperto le loro case, alle aziende e privati che hanno donato aiuti in beni materiali o economici, a tutte le associazioni cattoliche e laiche con i loro volontari ed operatori che si sono spesi senza risparmio, sempre pronti e disponibili, in prima linea ad accogliere il dolore, alle Istituzioni che si sono rese disponibili alla collaborazione e hanno coordinato e attivato tutte le risorse a loro disposizione”.
Presso l’Emporio della solidarietà di Terni sono state distribuite 670 spese in alimenti a 223 famiglie ucraine. Sono stati distribuiti, tra generi alimentari e di igiene personale e per la casa 26.601 prodotti. A questo impegno si aggiungono le centinaia di contatti telefonici e personali per aiuti di ogni tipo (scuola, documenti, salute) grazie alla collaborazione di parrocchie e volontari, istituzioni, associazioni, comunità ucraina e società civile per rispondere alla tragedia di donne e bambini in fuga dalla guerra.
La maggior parte degli ucraini ha trovato un alloggio presso loro amici o famigliari. Per un centinaio di persone, invece – tramite Caritas diocesana, parrocchie e associazioni –, si sono aperte le case di tante famiglie accoglienti che si sono messe in gioco in prima persona. Un altro centinaio di persone sono state accolte nell’ambito dell’accoglienza statale.