“Siamo in attesa di un riscontro politico e di un avvio delle azioni necessarie ad attuare le indicazioni, che finora non è giunto. Siamo molto preoccupati. Perché siamo consapevoli dell’attesa per un investimento che deve raggiungere presto e bene scuole che hanno saputo resistere con competenza e passione in anni di grave disinvestimento e territori colpiti da crescente povertà educativa. Perché non abbiamo ricevuto una risposta ufficiale su un programma di investimento educativo a sostegno dei soggetti e delle situazioni più fragili, che fa tesoro dell’esperienza”. Lo hanno scritto Ludovico Albert, Marco Rossi Doria, Franco Lorenzoni, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, Don Marco Pagniello e Chiara Saraceno, membri del Gruppo di lavoro nominato con decreto del ministero dell’Istruzione per elaborare le indicazioni per il contrasto della dispersione scolastica e il superamento dei divari territoriali nell’ambito dell’attuazione del Pnrr, in un documento nel quale esprimono preoccupazione in merito al rischio che gli investimenti previsti si traducano in un’occasione mancata per la lotta alla povertà educativa.
Durante le scorse settimane, il Gruppo di lavoro ha prodotto un documento dettagliato di 36 pagine, con puntuali indicazioni e raccomandazioni operative elaborate al fine di “non ripartire ogni volta daccapo”, consegnato al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Tra le proposte “per invertire la tendenza all’aumento dei divari tra minori, territori, scuole e per avviare una ampia azione di sistema per contrastare il fallimento formativo” il Gruppo di lavoro ritiene “urgente e possibile” – viene spiegato – “rafforzare l’offerta delle scuole con l’accompagnamento competente nell’elaborazione e gestione degli interventi potenziandone l’organico; creare aree di educazione prioritaria dedicate a interventi sistematici e di lungo periodo in territori particolarmente difficili e puntualmente individuati con criteri inoppugnabili”; “ridare forza all’autonomia scolastica e al protagonismo dei docenti”; “favorire, intorno alle scuole, alleanze territoriali coese e permanenti tra le scuole stesse, gli enti locali, ed il terzo settore”; “coinvolgere le famiglie e sostenere e promuovere il protagonismo di bambini e ragazzi”.
“Auspichiamo che nei prossimi giorni avremo la conferma dell’adozione, in ogni sua parte, di una prospettiva strutturale che, su un tema di grande criticità per l’Italia e soprattutto per centinaia di migliaia di bambini/e e ragazzi/e, dà una risposta a scuola e insegnanti, enti locali, civismo educativo del terzo settore italiano”, concludono i firmatari.