“L’Italia brucia con gli incendi triplicati nell’ultimo anno rispetto alla media storica con più di un rogo ogni due giorni dall’inizio del 2022 in un’estate che arriva dopo una primavera che si è classificata come la sesta più calda di sempre sul pianeta”. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti su dati Effis in riferimento all’ultima ondata di caldo con temperature oltre i 40 °C portate dall’anticiclone Caronte sull’Italia dove si moltiplicano i roghi dalla Liguria alla Sardegna, dalla Toscana alla Puglia.
“Le alte temperature e l’assenza di precipitazioni – sottolinea l’associazione – hanno inaridito i terreni nelle aree più esposte al divampare delle fiamme. Una situazione drammatica spinta dal cambiamento climatico che favorisce incendi più frequenti e intensi, con un aumento globale di quelli estremi fino al 14% entro il 2030 e del 50% entro la fine del secolo secondo l’Onu”. “Una situazione devastante con un 2021 che in Italia ha visto ben 150mila ettari di territorio da nord a sud del Paese inceneriti da 659 tempeste di fuoco”, spiega Coldiretti, aggiungendo che si tratta di “una situazione che aggrava il conto dei danni causati dalla siccità con la mancanza di precipitazioni che in Italia sono risultate in media addirittura dimezzate rispetto allo scorso anno ma con riduzioni percentuali ancora più altre nelle regioni del Nord”. “Siamo di fronte – continua l’associazione – a una vera e propria emergenza nazionale per coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole”.
“A fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, chiediamo che venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati, tenuto conto del grave pregiudizio degli interessi nazionali”, la richiesta avanzata dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nella lettera inviata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, in merito alla grave siccità che interessa la Penisola. È necessario, ha sottolineato Prandini, “l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”. Inoltre, per il presidente di Coldiretti “appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo. Raccogliamo – denuncia – solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno”.