“Assemblea frammentata e senza maggioranza”: è il titolo sul sito di Le Monde a proposito dell’esito delle elezioni legislative, il cui secondo turno si è svolto ieri in Francia. La testata analizza le particolarità di questa elezione: “una maggioranza presidenziale attanagliata da opposizioni inconciliabili”; lo “tsunami” di Rassemblement National; “le sentinelle del macronismo brutalmente cancellate dopo la sconfitta alle elezioni legislative”, riferendosi ai tre ministri – Amélie de Montchalin (ecologia), Brigitte Bourguignon (salute) e Justine Benin (mare) – che dovranno dimettersi dai loro incarichi, perché non sono state rielette. Il titolo sul cartaceo invece parla di “astensionismo diventato strutturale”: il 53,77% degli elettori non sono andati a votare al secondo turno (nel 2017 però le astensioni erano state il 57,36%). Su Le Figaro l’esito del voto in un titolo: “Alla prova di una Francia ingovernabile”, tra “Ensemble! Messo all’angolo tra Nupes e Rn” (ossia tra sinistra e destra), e Macron alle prese con “lo spettro di un quinquennio nato morto”, dopo il secondo turno che, si legge nell’editoriale del direttore, “assomiglia pazzescamente a un referendum anti-Macron”.
Liberation, che a tutta pagina titola “La sberla”, “a conferma dell’annunciata débacle, il secondo turno segna il fallimento della strategia del Presidente che, ponendosi come unica alternativa agli estremismi, si ritrova isolato”; se la sinistra di Nupes, “non è riuscita a dare sostanza allo slogan ‘Mélenchon primo ministro’, ha però saputo unirsi” e, con quasi 140 deputati, “fa conto di ridare vita al Parlamento”. E sulla questione delle quote rosa, scrive: “L’assemblea sentirà ancora di più il testosterone, il numero delle donne deputate diminuisce; Lr resta l’alunno più cattivo. La Nupes è la formazione più virtuosa”. Sulla prima pagina di Le Parisien in edicola, un Macron perplesso e il titolo a tutto campo “2022 ingovernabile!”.