Coronavirus Covid-19: Gnpl, le Rsa spesso “stentano a ritrovare una via di normalità”. “Riforma Rems ancora acerba”

Nella Relazione al Parlamento presentata oggi al Senato, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (Gnpl) si è interrogato su cosa significhi “tutelare la vita di una persona molto anziana quando, proprio perché non sia preda di azioni di altri o non sia esposto al pericolo di contagio, venga del tutto privata, in un caso, dalla possibilità di decidere dove abitare e come impiegare il proprio tempo; e, nell’altro, dalla vicinanza dei propri affetti. È una contraddizione difficile da risolvere”. Il Garante nazionale “ha visitato alcune di queste strutture nel periodo della chiusura a terzi, anche alle persone rilevanti sul piano affettivo, soprattutto in una contingente situazione di accentuata fragilità emotiva dovuta all’età o alla particolare condizione di disabilità. Non si può del resto negare che esista un conflitto tra due esigenze entrambe valorialmente rilevanti: quella di tutelare le persone, fisicamente deboli, dal possibile contagio e quella di non privare le stesse, emotivamente deboli, del conforto della vicinanza. Trovare il punto di equilibrio non è semplice anche in tempi normali; ancor più difficile in una situazione di eccezionalità”.
Il Garante ha anche ricordato che le strutture residenziali per anziani, “direttamente toccate dal periodo della pandemia”, spesso “stentano a ritrovare una via di normalità”, mentre dovrebbero riprendere “la connessione col mondo esterno”. Ma a fronte di una generale “volontà di apertura, anche quando non sostenuta da parametri numerici” per le Rsa “permane una chiusura difensiva che troppo spesso priva le persone del conforto dei propri affetti”. Dunque, “molte sono state le richieste giunte al Garante nazionale volte a ottenere maggiore apertura, soprattutto nei mesi recenti; frequenti le interlocuzioni in tal senso con le Autorità regionali responsabili, scarsi gli effetti data la possibilità delle singole direzioni delle strutture di decidere autonomamente”, ha ricordato Palma. “Credo che queste voci debbano essere ascoltate e che si debba procedere verso la costruzione di ‘linee guida’ condivise che servano di indicazione per tutte le Regioni”.
Nel 2021, ha ricordato poi il Garante, la Corte costituzionale è stata investita della questione delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza-Rems. Nel suo complesso, “la sentenza prefigura interventi correttivi al sistema che, solo se letti in modo restrittivo, potrebbero essere interpretati come un sostegno per un passo all’indietro da chi in fondo non ha condiviso i principi ideali e realmente riformatori della legge di chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg). Un eccessivo aumento della disponibilità di posti nelle Rems prefigura, infatti, il rischio reale di un uso diffuso e generalizzato della misura di sicurezza. Certamente, si tratta di una riforma ancora acerba e che deve entrare nella cultura di tutti gli operatori coinvolti, ma senza nessun rimpianto del passato”.

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