“Riguardo al rischio di una corsa al riarmo in Europa, riteniamo che l’Ue e i suoi Stati membri dovrebbero impegnarsi in modo responsabile e collaborativo in materia di sicurezza, sviluppando mezzi di difesa europei nell’ambito di un approccio integrale, che prenda in considerazione anche lo sviluppo umano, la giustizia e la cura del Creato. Ciò dovrebbe essere realizzato garantendo, al contempo, un rigoroso controllo pubblico – del parlamento Ue e dei parlamenti nazionali – sulla conformità ai principi di proporzionalità e adeguatezza, sul rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e degli standard etici”. Lo ha detto al Sir don Manuel Barrios Prieto, segretario generale della Comece (Commissione degli episcopati Ue) a conclusione dell’incontro ieri a Bruxelles degli ordinariati militari dell’Ue. “Nell’ambito della sua missione di dialogo con le istituzioni dell’Ue”, per la seconda volta, la Comece ha riunito a Bruxelles vescovi e ordinari militari degli Stati membri dell’UE per uno scambio sulle “sfide attuali ed emergenti per la politica di sicurezza e di difesa comune” alla luce dell’invasione russa in Ucraina. Al tavolo dei lavori hanno partecipato funzionari europei e per lo Stato maggiore militare dell’Ue il gen. Bart Laurent. Durante l’incontro, i partecipanti hanno evidenziato “il ruolo specifico dell’Ue nella promozione della sicurezza umana e della pace”. “In effetti – osserva il segretario generale dei vescovi Ue -, l’invasione russa dell’Ucraina non solo ha portato la guerra al paese, ma ha anche messo in discussione l’intero ordine di sicurezza in Europa e nel mondo”.
L’incontro di ieri presso la sede della Comece si è svolto mentre per tutta la giornata, si sono susseguite notizie su una rincorsa alle armi, con Washington, da un parte, che ha annunciato l’invio di sofisticati sistemi missilistici a lungo raggio in Ucraina e con le critiche del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, dall’altra, che ha aspramente definito la mossa del presidente Biden come “benzina sul fuoco”. Interpellato dal Sir sulla questione della rincorsa alle armi dovuta alla crisi ucraina, don Barrios Prieto ha detto: “Riteniamo che per evitare che si rafforzi una dinamica di armamenti in Europa e nel mondo, sia necessario che la cooperazione in materia di difesa tra gli Stati membri dell’UE vada di pari passo con un impegno multilaterale per il disarmo e con politiche che rispettano, con efficacia e coerenza, le regole comunitarie vigenti per l’esportazione delle armi. E’ importante, inoltre, che ciò non serva esclusivamente gli interessi privati dell’industria delle armi, ma che sia principalmente messa al servizio della sicurezza delle persone, delle famiglie e delle comunità”.
Il segretario generale dei vescovi Ue spiega che ispirandosi alla Lettera Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, la Comece promuove la visione di “una nuova architettura di pace basata su un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro formato dall’interdipendenza e dalla responsabilità condivisa nell’intera famiglia umana” . “L’incontro di ieri è stato importante – conclude il sacerdote – anche per individuare le modalità con cui gli ordinariati militari possono contribuire a questo processo, grazie alla loro specificità: rimangono in campo durante tutte le fasi del ciclo del conflitto, accompagnando i membri delle forze armate, pur essendo vicini ai civili, favorendo l’intercultura e il dialogo interreligioso”.