Ucraina: Scaglione, “messaggi portati a Kiev da Draghi-Macron-Scholz e da Johnson inconciliabili”

“Ho il sospetto che le visite a Kiev di Draghi, Macron e Scholz e quella di Johnson abbiamo significati e, forse, anche intenti diversi. I messaggi che giovedì i leader di Italia, Francia e Germania e quello che ieri il premier britannico hanno portato a Kiev sono inconciliabili”. Così Fulvio Scaglione, per anni corrispondente da Mosca, commenta l’attuale fase dell’invasione russa in Ucraina.
“I leader di Italia, Francia e Germania – spiega il giornalista – hanno parlato a nome dell’Ue portando a Zelensky il messaggio che è fatto di garanzie – e quindi armamenti, anche se forse non quanti l’Ucraina vorrebbe – e grande appoggio per il futuro ingresso nell’Unione. Ma anche un messaggio – che Macron ha lanciato in Romania durante la visita al contingente francese nella base Nato – che prima o poi ci dovrà essere una trattativa tra Ucraina e Russia”. “Ho il timore che, invece, Johnson sia stato latore di un messaggio diverso”, prosegue Scaglione: “Quello di resistenza ad oltranza, di guerra prolungata, garantendo l’appoggio incondizionato del Regno Unito alla causa militare ucraina. Ed è possibile che abbia parlato anche a nome di Polonia, Stati Uniti e Paesi Baltici”. Ma, continua nell’analisi, “se la via dell’Ucraina è quella di resistere, provare a vincere la guerra e recuperare tutto quanto le è stato sottratto con la forza dalla Russia negli ultimi anni, allora questo non potrà avvenire se non al prezzo di una guerra lunga e distruttiva non solo per la Russia ma ancor più per la stessa Ucraina. E se la Russia dovesse tracollare trascinerebbe nel baratro con sé anche l’Ucraina”. “Se, al contrario, l’Ucraina decidesse di ‘uscire dalla guerra’ – osserva Scaglione – dovrebbe riconoscere una conquista territoriale all’invasore russo; una soluzione umiliante per un verso ma che consentirebbe a Kiev di mantenere un’integrità territoriale non totale ma consistente. Perché di questo passo, se la guerra prosegue come sta andando in questa fase, si rischia in primo luogo lo spezzettamento dell’Ucraina e, poi, magari anche il tracollo della Russia”.

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