“Il tratto essenziale del Cuore di Cristo è la misericordia, la compassione, la tenerezza. Questo non va dimenticato: lo stile di Dio, già nell’Antico Testamento, è questo. Vicinanza, compassione e tenerezza. Non c’è l’organizzazione, no, vicinanza, compassione, tenerezza. E allora penso che voi siete chiamati a portare questa testimonianza dello ‘stile di Dio’ – vicinanza, compassione, tenerezza – nella vostra missione, là dove siete e dove lo Spirito vi guiderà”. Sono le parole di Papa Francesco rivolte ai partecipanti al 19° Capitolo generale dei Missionari comboniani del Cuore di Gesù, ricevuti oggi in udienza, ai quali ha parlato di misericordia e tenerezza come linguaggio universale che non conosce confini. “Ma questo messaggio voi lo portate non tanto come singoli missionari, ma come comunità, e ciò comporta che vada curato non solo lo stile personale, ma anche lo stile comunitario. Gesù lo disse ai suoi amici: ‘Da come vi amerete riconosceranno che siete miei discepoli’ (cfr Gv 13,35), e gli Atti degli Apostoli lo confermano, quando narrano che la prima comunità di Gerusalemme godeva la stima di tutto il popolo perché la gente vedeva come vivevano (cfr 2,47; 4,33): nell’amore”. Bergoglio ha fatto notare con amarezza come in alcune comunità religiose si viva un inferno di gelosie e di lotte di potere, dimenticando la testimonianza dell’amore, che è quello che attira la gente. Per questo motivo ha sottolineato l’importanza dei quattro aspetti sui quali ha deciso di lavorare il Capitolo ricevuto in udienza: la regola di vita, il cammino formativo, la ministerialità e la comunione dei beni. “Anche nell’impegno su questi quattro aspetti – tra loro interconnessi – bisogna che tutto si faccia nella docilità allo Spirito, così che le necessarie pianificazioni, i progetti, le iniziative, tutto risponda alle esigenze dell’evangelizzazione, e intendo anche allo stile dell’evangelizzare: che sia gioioso, mite, coraggioso, paziente, pieno di misericordia, affamato e assetato di giustizia, pacifico, insomma: lo stile delle Beatitudini. Questo conta”. Papa Francesco ha ricordato come la comunità evangelizzatrice si debba disporre ad accompagnare con pazienza l’umanità in tutti i suoi processi, per quanto duri e prolungati possano essere, concludendo con un richiamo ad un passaggio di Evangelii gaudium. “Il discepolo sa offrire la vita intera e giocarla fino al martirio come testimonianza di Gesù Cristo, però il suo sogno non è riempirsi di nemici, ma piuttosto che la Parola venga accolta e manifesti la sua potenza liberatrice e rinnovatrice. Infine, la comunità evangelizzatrice gioiosa sa sempre ‘festeggiare’. Celebra e festeggia ogni piccola vittoria, ogni passo avanti nell’evangelizzazione» (Evangelii gaudium, 24)”.