“Il missionario è il discepolo che è così unito al suo Maestro e Signore, che le sue mani, la sua mente, il suo cuore sono ‘canali’ dell’amore di Cristo. Il missionario è questo, non è uno che fa proselitismo. Perché il ‘frutto’ che Lui vuole dai suoi amici non è altro che l’amore, il suo amore, quello che viene dal Padre e che ci dona con lo Spirito Santo. È lo Spirito di Cristo che ci porta avanti”. Lo ha dichiarato Papa Francesco, ricevendo in udienza i partecipanti al 19° Capitolo generale dei missionari comboniani del Cuore di Gesù, ai quali ha ricordato la figura di Daniele Comboni e madre Cabrini che hanno vissuto la loro missione sentendosi animati e spinti dal Cuore di Cristo, cioè dall’amore di Cristo. “E questa ‘spinta’ ha permesso loro di uscire e di andare oltre: non solo oltre limiti e confini geografici, ma prima ancora oltre i loro stessi limiti personali. Questo è un motto che per voi deve ‘fare rumore’ nel cuore: andare oltre, andare oltre, andare oltre, sempre guardando l’orizzonte, perché sempre c’è un orizzonte, per andare oltre”. Bergoglio ha sottolineato l’importanza della spinta dello Spirito Santo per uscire da noi stessi, dalle nostre chiusure, dalla nostra autoreferenzialità per andare verso gli altri, verso le periferie, là dove maggiore è la sete di Vangelo. “È curioso che la tentazione più brutta che noi religiosi abbiamo nella vita è l’autoreferenzialità; e questo ci impedisce di andare oltre. ‘Ma per andare oltre devo pensarci, vedere…’. Vai, vai, vai! Vai all’orizzonte, e ti accompagni il Signore. Ma quando incominciamo con questa psicologia, questa spiritualità ‘dello specchio’, finiamo di andare oltre e torniamo sempre al nostro cuore che è ammalato. Tutti abbiamo il cuore ammalato e la grazia di Dio ci salva, ma senza grazia di Dio kaputt, tutti! Importante è questo: con lo Spirito andare oltre”.