Con la presentazione, stamani, nell’aula magna del Collegio arcivescovile, l’arcidiocesi di Trento ha reso noto per il quinto anno consecutivo il bilancio proprio e di altri otto enti afferenti. Il Rapporto 2021 “La Chiesa per il territorio”, edito da Vita Trentina (disponibile in versione online sul portale diocesano e distribuito in forma cartacea alle comunità parrocchiali), conferma il percorso avviato fin dal 2017 all’insegna di quella “trasparenza – commenta l’arcivescovo Lauro Tisi, nell’introduzione al testo – che non è solo un dovere etico ma un vero e proprio processo di costruzione comunitaria, basato sul principio della corresponsabilità, a fronte di una missione condivisa”.
Il bilancio 2021 di arcidiocesi si chiude con una perdita di 71.292 euro, in diminuzione rispetto a quella dell’esercizio precedente (592.038 euro). Il risultato economico è algebricamente determinato da ricavi per 10.869.761 euro, costi per 10.941.053 euro e imposte sul reddito per 326.209 euro.
Rispetto all’anno precedente, i ricavi totali diminuiscono di 62.793 euro (‐1,0%), soprattutto per la flessione dei “Contributi Cei” (‐18%) e da privati (‐48%). Gli effetti sono stati mitigati dall’aumento degli altri ricavi e da ricavi straordinari di 1.305.000 euro relativi all’acquisizione del patrimonio della Fondazione Vigilianum, estinta nell’anno 2021.
I costi complessivi presentano una diminuzione netta di 583.538 euro (‐5,0%) rispetto all’esercizio precedente, dovuta in particolar modo alla flessione delle disponibilità di “Contributi erogati e da erogare” (‐26%). Il costo del lavoro rappresenta il 26,6% dei costi totali; quelli di struttura e diversi incidono per il 24,3%; i costi di gestione degli immobili (ammortamenti, spese di manutenzione, ecc.) per il 44,7%.
Sul versante patrimoniale, le immobilizzazioni, al netto degli ammortamenti, rappresentano l’81% del totale attivo di 108.536.669 euro e sono dovute per 35,7 milioni (-2% rispetto al 2020) a terreni e fabbricati strumentali e per 22,4 milioni (-5%) a terreni e fabbricati non strumentali. Le immobilizzazioni di natura finanziaria sono pari a 28,8 milioni (+1%). All’interno di questa quota, poco più di 27 milioni sono relativi al 21,7% del capitale dell’Istituto di sviluppo atesino (Isa), istituito nel 1929.
Il patrimonio netto di arcidiocesi si attesta a 75,6 milioni di euro, stabile rispetto al 2020.
“Il bilancio 2021 – commenta nella sua relazione l’economo diocesano Claudio Puerari –, risente del beneficio straordinario di 1,3 milioni di euro riveniente dalla destinazione alla Diocesi del patrimonio della Fondazione Vigilianum e del reddito netto delle attività finanziarie di 1,5 milioni di euro, in crescita rispetto al 2020 a seguito dell’attenuarsi sui mercati degli effetti dell’emergenza sanitaria. Elementi che inevitabilmente presentano profili di volatilità. Quindi, depurando il bilancio dai ricavi straordinari e quelli finanziari, la struttura dei conti è ancora lontana dall’obiettivo dell’equilibrio economico, permanendo una struttura significativa di costi fissi”.