“Siamo dalla parte di tutti coloro che sono costretti a lasciare le loro case in tutto il mondo”. Lo scrive, a pochi giorni dalla Giornata mondiale del rifugiato (20 giugno), la Commissione europea in una dichiarazione che guarda alla crisi dei rifugiati generata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina. Nessuno avrebbe immaginato che “14 milioni di persone sarebbero state costrette dall’aggressione russa a lasciare le loro case in un Paese alle porte dell’Unione europea”. Non succedeva dalla fine della seconda guerra mondiale. Ma la dichiarazione parla anche degli oltre “100 milioni di persone sfollate con la forza nel mondo” e si citano Afghanistan, Siria, Yemen, Myanmar, Venezuela e Burkina Faso. “Lavorando fianco a fianco con le Nazioni Unite e la comunità internazionale”, continua il testo, “l’Ue rimane uno dei principali donatori umanitari e di sviluppo che aiuta le popolazioni colpite”. Per altro “oltre l’80% dei rifugiati nel mondo è ospitato nei Paesi in via di sviluppo”. L’Ue si impegna a continuare a “sostenere coloro che sono costretti a lasciare le loro case in tutto il mondo” e a “lavorare per trovare soluzioni politiche per porre fine alle ragioni che spingono le persone a fuggire”.