Nei primi 3 mesi del 2022 sono stati respinti alle frontiere esterne dell’Ue almeno 35 minorenni stranieri non accompagnati, che rappresentano solo la punta di un iceberg sommerso. Basti pensare che nel solo mese di aprile sono stati segnalati 38 minori non accompagnati in transito a Trieste, 24 in transito a Ventimiglia e 35 a Oulx. Un flusso in costante aumento con la bella stagione: a maggio sono diventati 60 a Trieste, a Ventimiglia 47, a Oulx addirittura 150. Si tratta in maggioranza di ragazzi afghani, che arrivavano sia dalla cosiddetta “rotta balcanica”, sia dal Mar Mediterraneo. Alcuni subiscono violenze fisiche, umiliazioni e pestaggi dalle forze dell’ordine alla frontiera. La disparità di trattamento tra minori migranti ucraini e di altri Paesi viene evidenziata nel nuovo report pubblicato oggi da Save the children, intitolato “Nascosti in piena vista”, che documenta le storie di minori soli o di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord, a Trieste, Ventimiglia e Oulx. “In uno scenario mondiale profondamente mutato, l’Europa e i suoi Paesi hanno dimostrato di saper spalancare braccia e porte alla popolazione in fuga dalla guerra in Ucraina, ma al contempo si sono dimostrati brutali e disposti a usare forza ingiustificata contro gente inerme, ‘colpevole’ di non avere documenti validi per l’ingresso, ma bisognosa allo stesso modo di un posto sicuro”, denuncia Save the children. L’organizzazione chiede perciò alla Commissione europea “l’adozione di una Raccomandazione agli Stati membri per l’adozione e l’implementazione di politiche volte ad assicurare la piena protezione dei minori non accompagnati ai confini esterni ed interni dell’Europa e sui territori degli Stati membri”. Chiede inoltre ai governi europei “di astenersi dall’utilizzo di pratiche che erroneamente distinguono fra categorie di rifugiati – afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the children -, rispettando il diritto internazionale e il principio del non respingimento, consentendo l’accesso a tutti i richiedenti asilo, e di estendere le buone pratiche istituite per i rifugiati ucraini a tutti i richiedenti asilo, introducendole anche nelle discussioni sull’approvazione o revisione dei provvedimenti del Patto sull’asilo e la migrazione. Infine, riteniamo fondamentale l’adozione di sistemi di monitoraggio delle frontiere, che permettano anche di perseguire i casi di violazione dei diritti umani”.