Il vescovo di Münster, mons. Felix Genn, ha ammesso errori personali nell’affrontare casi di abusi sessuali. Durante l’odierna conferenza stampa, il presule ha ammesso, alla luce della presentazione, lunedì 13 scorso, dello studio sugli abusi nella diocesi di Münster, che già ai tempi del suo episcopato a Essen non esaminò i casi in modo sufficientemente critico e repressivo. Genn non si dimetterà, ma ha detto che avrebbe dovuto agire diversamente in alcune situazioni: “Per quanto posso giudicare da solo, non credo di aver coperto gli abusi sessuali e di aver messo gli interessi dell’istituzione al di sopra della preoccupazione per le persone colpite”, ha affermato, precisando che desidera utilizzare il restante mandato episcopale “con il massimo impegno, per continuare ad ascoltare più da vicino le persone colpite, per cercare di attuare ciò che gli organismi indipendenti mi raccomandano per affrontare gli abusi sessuali nella diocesi di Münster”. Il vescovo ha espresso la sua gratitudine ai ricercatori dell’Università di Münster, che hanno condotto lo studio indipendente che getta “una luce spaventosa sui fattori istituzionali e sistemici dell’abuso sessuale, sugli effetti devastanti di una rigida moralità sessuale, un’immagine del prete completamente gonfiata, un sistema chiuso che è stato essenzialmente plasmato e determinato dagli uomini, una fratellanza completamente incompresa e una consapevole mancanza di trasparenza che si crea quando si tratta di casi di abusi sessuali”. Per Genn, l’abuso è sempre abuso di potere. Pertanto, metterà in vigore una giurisdizione amministrativa ecclesiastica temporanea, con la quale verificare gli atti amministrativi della Chiesa. Genn si è espresso a favore di un maggiore coinvolgimento dello Stato nel trattamento degli abusi sessuali in futuro. Lo sosterrà nella riprogettazione del lavoro di elaborazione a livello di Conferenza episcopale tedesca.