“La solennità del Corpus Domini ci porta nel cuore della vita della Chiesa, perché l’Eucarestia ne è ‘il culmine e la fonte’ (S.C. 10).’Ecco il pane dei pellegrini’, abbiamo cantato nella sequenza, il pane di noi che siamo in cammino e che abbiamo bisogno di essere accompagnati e nutriti dal Signore. Accompagnati e nutriti anche in questo cammino sinodale – dove l’ascolto, il confronto, fraterno e leale, franco e vero – l’Eucaristia diventa il segno della presenza del Signore e del suo Spirito in mezzo a noi”. Lo ha detto, ieri sera, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia della messa per il Corpus Domini, nella basilica di San Francesco. “Il cammino sinodale della Chiesa è plasmato e alimentato dall’Eucaristia. Essa è il centro di tutta la vita cristiana per la Chiesa universale, per le Chiese locali e per i fedeli cristiani. La sinodalità ha la sua fonte e il suo culmine nella celebrazione liturgica e in forma singolare nella partecipazione piena, consapevole e attiva alla sinassi eucaristica”, ha evidenziato il presule.
“L’Eucaristia trasforma il cuore del credente, perché sia capace di amore, sia operatore di pace e di giustizia, per costruire un mondo fraterno”, ha osservato l’arcivescovo.
Mons. Perego ha concluso: “La processione eucaristica che ritorniamo finalmente a compiere al termine di questa Eucarestia – dopo due anni – nelle vie della nostra città è il segno che l’Eucaristia è per il mondo, per noi e per tutti, per nutrire ‘le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce della gente, soprattutto dei poveri e dei sofferenti’ (G.S.1), di quanti – come ci ha ricordato la pagina evangelica di Luca, ‘hanno bisogno di cure’. La folla incontrata da Gesù e dai discepoli che ha fame è la stessa folla di oggi che chiede un pane di vita, ma anche l’impegno perché il pane non manchi nella vita di ogni persona”.