Semaforo verde, anche se con tonalità diverse, per Ucraina, Moldavia e Georgia da parte della Commissione europea che oggi ha adottato le opinioni sulle prospettive che hanno i tre Paesi di diventare membro dell’Unione europea. Dopo aver verificato i meriti dei singoli Paesi sulla base dei criteri di Copenaghen e Madrid, la Commissione chiede al Consiglio che per tutti e tre i Paesi si aprano le porte dell’Ue, ma se per Ucraina e Moldavia la richiesta è che sia riconosciuto lo status di Paese candidato, per la Georgia ciò potrà avvenire “quando un certo numero di priorità saranno affrontate”. Più a lungo si è soffermata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in giacca gialla e camicetta blu alla conferenza stampa, dopo la riunione del collegio dei commissari, nel descrivere la situazione dell’Ucraina a cui “serviranno altre profonde riforme; ma il Paese ha chiaramente dimostrato le sue aspirazioni e la sua determinazione a vivere secondo valori e standard europei”, ha affermato la presidente della Commissione Ue. Tra le cose positive: il 70% dell’acquis europeo raggiunto, una robusta democrazia parlamentare e un’amministrazione pubblica funzionante, riforma per la decentralizzazione di successo, società civile vivace, sistema elettorale libero e istruzione ben sviluppata. Serve però lavorare ancora su alcuni punti, come velocizzare la selezione dei giudici e dell’Alta Corte; rispetto alla corruzione, le strutture per contrastarla ci sono, ma devono cominciare a funzionare, come pure va applicata la legge già approvata sulla de-oligarchizzazione, mentre manca una legge che tuteli le minoranze. In ogni caso “l’Ucraina merita la prospettiva europea, dovrebbe essere accolta come Paese candidato”, ha concluso Von der Leyen, “i progressi dipenderanno ora dall’Ucraina, il futuro è nelle sue mani”. Quanto alla Moldavia, “restano da intraprendere importanti riforme economiche” e qualche passo ancora per allinearsi rispetto all’acquis europeo, ma le si dovrebbe concedere “lo status di candidato a condizione che vengano prese misure in un certo numero di aree”. Anche alla Georgia serve ancora del tempo per lavorare su riforme che le permetteranno di vedersi riconosciuto lo status di candidato. In ogni caso, per Von der Leyen, sono “tre opinioni nel senso dell’avanzamento” e segnano un “momento storico”.