“La previdenza, il lavoro e i legami intergenerazionali sono i temi fondamentali su cui la Fap Acli ha incentrato la propria azione in questi anni”. Serafino Zilio, segretario nazionale Fap, ha dato avvio ieri all’Hotel Hilton di Fiumicino al VI congresso nazionale della Federazione Anziani e Pensionati delle Acli, dal titolo “Nuovi orizzonti: da protagonisti sul territorio per ridurre le disuguaglianze”.
Si concluderà sabato 18 giugno con l’elezione del nuovo Comitato nazionale della Fap Acli e quello del collegio nazionale dei probiviri. “Questo congresso rappresenta un’occasione importante per la vita inclusiva e democratica della nostra società – ha continuato Zilio -. Occorre ricostruire un pensiero di welfare in grado di generare relazioni, fiducia, legami tra le persone e le comunità e di riportare il ruolo dell’anziano alla sua centralità”.
Al Congresso è intervenuto mons. Vincenzo Paglia, che ha raccontato il lavoro che sta svolgendo come presidente della Commissione ministeriale per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana: “Nelle prime settimane della pandemia, ho parlato con il ministro della Salute Roberto Speranza. Si stava verificando una strage e non era solo colpa delle Rsa: il virus aveva fatto emergere le contraddizioni della nostra società. Da questo incontro è nata la Commissione che ha l’obiettivo di proporre un nuovo paradigma della vecchiaia. L’Italia ha 15 milioni di anziani, più di uno Stato europeo, ma su di loro non c’è un pensiero politico, economico, culturale e neppure spirituale. La società e perfino la Chiesa li disprezzano”.
Al Congresso della Fap mons. Paglia ha illustrato il piano che diventerà presto una legge delega: “Abbiamo immaginato una presa in carico degli anziani partendo da casa loro, ricostruendo una rete di relazioni, istituendo centri diurni che diventino delle vere e proprie scuole per noi anziani. Vogliamo una assistenza domiciliare continuativa, con l’assunzione di 100mila nuovi operatori sanitari che aiutino le famiglie. Le Rsa vanno ripensate, devono essere luoghi temporanei. Desideriamo che tutti gli italiani tornino a morire a casa loro, tra i loro affetti. Tutto questo fa risparmiare lo Stato: in Italia ci sono 2 milioni e 700mila anziani non autosufficienti che vivono a casa e per loro si spendono 2 miliardi all’anno. Per le 280mila persone che abitano nelle Rsa si spendono, invece, 12 miliardi l’anno”. “Questo è un sogno possibile – ha osservato il presule -: l’intera società, il Governo, le istituzioni, i sindacati, le associazioni e tutti noi dobbiamo prenderci cura dei nostri anziani”.
A concludere la prima giornata di Congresso è stato il presidente nazionale delle Acli Emiliano Manfredonia: “Dobbiamo costruire un’alleanza ancora più forte tra la Fap e le Acli: i nostri circoli sono presidi sociali abitati soprattutto da anziani che lì si incontrano e condividono fatiche. Gli anziani hanno pagato il prezzo più alto durante il Covid, hanno sofferto la solitudine in una società che ci vuole tutti perfetti e sani. La Fap è un sindacato che pensa ai diritti degli anziani, ma sapendo che questi diritti sono collegati a quelli dei giovani. Combattiamo per dei salati dignitosi, delle pensioni adeguate e per eliminare tutte le diseguaglianze”.