La grave emergenza alimentare in Africa ha colpito anche il Ciad. La settimana scorsa il governo del Paese ha proclamato lo stato di emergenza a causa della scarsità delle scorte di cereali e dell’interruzione di approvvigionamenti dovuti alla guerra in Ucraina, che si aggiunge alla crisi climatica e alla costante crescita dei prezzi. L’allarme viene dai salesiani, presenti in Ciad dal 1995. Secondo le Nazioni Unite, 5,5 milioni di persone in Ciad avranno bisogno di assistenza umanitaria quest’anno. Questi terribili dati aggravano una situazione attuale già abbastanza compromessa. Il Ciad è uno tra i Paesi più poveri al mondo, dove il 66% dell’intera popolazione vive sotto la soglia di povertà. Per quanto riguarda le fasce più deboli della popolazione, l’estrema povertà e le numerose carenze nel sistema scolastico, seppur gratuito e obbligatorio, portano ad avere il 43% dei bambini sotto i 5 anni malnutriti. La prima missione dei salesiani è stata fondata a Sarh, la terza città maggiore del Paese, nel Sud. Successivamente la comunità salesiana è cresciuta ed ha aperto una nuova missione nella capitale, a N’Djamena, e infine nel 2013 ha avviato un’opera nella città di Doba. Fin dai primi anni l’obiettivo dei Figli di Don Bosco è stato garantire istruzione e sostegno alimentare preoccupandosi dei più piccoli, in particolare a Doba, città di 17 mila abitanti capoluogo della regione del Logone Orientale, nella zona più meridionale del Paese. Qui, nel plesso di San Domenico Savio, i missionari gestiscono – con il sostegno di Missioni Don Bosco – un asilo e una scuola elementare.