“Siamo grati a Papa Francesco per il suo odierno appello, che dimostra la sua vicinanza al martirio dell’Ucraina, come ha detto. È veramente un martirio”. Così don Taras Zheplinskyi, giornalista del Dipartimento dell’informazione della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, commenta a caldo l’appello lanciato oggi dal Santo Padre al termine dell’udienza generale. “Per favore – ha detto il Papa -, non dimentichiamo il popolo martoriato dell’Ucraina in guerra. Non abituiamoci a vivere come se la guerra fosse una cosa lontana”. Che cosa non deve dimenticare l’Europa? “L’Europa – risponde il sacerdote raggiunto telefonicamente dal Sir – non ha il diritto di dimenticare che oggi è il 112° giorno di guerra su vasta scala nell’Est dell’Europa, in Ucraina. Ci fa tanto dolore, ma l’Ucraina continua a difendersi. L’Europa non può abituarsi a questo dolore, perché, secondo l’apostolo Paolo, ‘quando un organo (del corpo) soffre, tutto il corpo soffre’. L’Ucraina fa parte della famiglia delle nazioni europee, è parte del corpo dell’Europa. Gli europei non possono dimenticare che per godere della pace e della libertà nelle strade delle loro città più di 100 ucraini ogni giorno pagano con il loro sangue. Guardatevi intorno e cercate di capire quante sono 100 persone: ragazzi e ragazze, uomini e donne, bambini e anziani. Ogni persona – una vita. Rendetevi conto! Ogni giorno, 100 persone, le cui vite vengono tolte dal cosiddetto ‘mondo russo’, che vive nelle menti di Putin e Kirill e nella propaganda che cercano di diffondere nel mondo intero. Per quanto tempo durerà? Non lo sappiamo. Ma dipende anche dai paesi europei. L’Ucraina non è solo una vittima che attende una compassione, gli ucraini sono difensori della pace ai quali bisogna aiutare”.
“La Russia – aggiunge don Zheplinskyi – sta uccidendo l’Ucraina per il nostro desiderio di essere uno Stato europeo libero, indipendente, democratico. La Russia uccide per odio, perché ha una visione diversa dell’Ucrainа – il cosiddetto ‘mondo russo’. E la Russia in questo caso non è solo personalmente il presidente Putin, ma anche la Chiesa ortodossa russa guidata dal patriarca Kirill, i soldati che eseguono gli ordini criminali e la stragrande maggioranza dei cittadini russi che sostengono la guerra contro l’Ucraina”. Don Zheplinskyi lavora al Dipartimento dell’informazione della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina. Fin dall’inizio del conflitto, ogni giorno il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina registra e diffonde un video-messaggio dove fa sempre il punto della situazione e rilancia notizie sul conflitto e sulle ferite che la guerra sta provocando nella popolazione. Lo staff aggiorna costantemente i suoi siti di informazioni con notizie sempre aggiornate su quanto la Chiesa, in tutte le sue diramazioni dalle parrocchie agli enti di solidarietà, fa per gli sfollati, gli abitanti delle città più martoriate e i più vulnerabili, come donne, bambini, anziani e malati. “Il più grande aiuto che i giornalisti possono fornire per porre fine alla guerra è cercare conoscere la verità”, dice don Taras, “soprattutto delle cause di guerra della Russia contro l’Ucraina, e testimoniarla, senza lasciarsi influenzare dalla propaganda russa, che influenza, purtroppo, così tante persone oggi. E anche in Europa”.