Esiste una relazione tra alcune routine quotidiane, come cucinare in casa o videochattare, e le abitudini pro-sociali degli italiani? Le nuove e vecchie abitudini dei consumi alimentari, come il food delivery o cenare in ristoranti locali, sono associate a comportamenti più sostenibili? Gli atteggiamenti legati allo stress da Covid stanno rimodellando le abitudini quotidiane degli italiani? Questi interrogativi sono alla base della ricerca che un’équipe multidisciplinare di docenti dell’Università Cattolica sta conducendo in modo trasversale nell’ambito del progetto triennale “Behavioural-Change: prospettive per la stabilizzazione di comportamenti virtuosi verso la sostenibilità” di cui verranno presentate le prime evidenze mercoledì 15 giugno nel campus milanese dell’Ateneo (aula S. Paolo, largo Gemelli a Milano a partire dalle ore 14.30) durante il convegno “Cambiamenti nella vita quotidiana degli italiani al tempo del Covid”.
L’originalità del progetto consiste nell’interazione dei diversi ambiti disciplinari delle scienze sociali e umane in modo che i dati raccolti in fase di ricerca possano intersecarsi ed essere letti da diverse prospettive creando un valore aggiunto significativo.
I primi risultati dell’indagine condotta in collaborazione con Ipsos nel giugno del 2021 su un campione di 2.000 persone rappresentative della popolazione italiana adulta (una seconda ondata di rilevazione verrà svolta nella primavera del 2023) evidenziano i cambiamenti di comportamenti e atteggiamenti degli italiani nelle molteplici attività della loro vita quotidiana, la riorganizzazione di tempi, spazi, modi delle attività in un tempo lungo nel quale sono cambiati i confini e i contenuti della vita pubblica e privata.
Nell’indagine sono state utilizzate tecniche di social network analysis per descrivere e individuare i driver della struttura delle abitudini e dei comportamenti degli italiani. In particolare, queste reti di abitudini sono state analizzate secondo diverse prospettive socio-economiche, come genere, livello di istruzione, famiglie con o senza figli, posizione geografica e diverse generazioni (babyboomers, fino al 1964; generazione X, dal 1965 al 1980, e generazione YZ, dal 1981 in poi).
Secondo lo studio curato da Emanuela Mora, docente di Sociologia della comunicazione, la struttura delle abitudini dei babyboomer italiani comprende un interessante incrocio di routine quotidiane, come home cooking, il consumo culturale di contenuti digitali, hobby e le abitudini sostenibili, come il riutilizzo e la riparazione di oggetti vecchi, il riciclo. Gli italiani della generazione X, più degli altri, incorporano nella struttura delle loro abitudini tutti quei comportamenti che si sono modificati durante il lockdown, come le relazioni sociali o gli aspetti legati alla salute fisica e mentale. Infine, la struttura delle abitudini degli italiani della generazione YZ include nella routine quotidiana alcuni aspetti legati alla tecnologia, come le videochat o l’uso di dispositivi per il consumo di media.