“Purtroppo, con grande dispiacere, ho dovuto rinviare il viaggio in Congo e Sud Sudan. In effetti, alla mia età non è così semplice partire in missione!”. Con queste parole il Papa si è rivolto ai partecipanti al Capitolo generale dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi), ricevuti in udienza. “Ma le vostre preghiere e il vostro esempio mi danno coraggio, e sono fiducioso di poter visitare questi popoli, che porto nel cuore”, ha proseguito Francesco. “Cercherò di celebrare messa con la comunità congolese romana”, ha annunciato a braccio: “Era il giorno che dovevo celebrare a Kinshasa”, ha detto riferendosi a ciò che era previsto nel programma del viaggio in Congo per il 3 luglio: “porterò Kinshasa a San Pietro, e lì celebrerò con tutti i congolesi romani, che sono tanti”. “Guardare al passato con gratitudine è segno di buona salute spirituale”, ha affermato il Papa, secondo il quale “chi non sa ringraziare Dio per i doni che egli ha seminato lungo il cammino – pur faticoso e a volte doloroso – non ha nemmeno un animo speranzoso, aperto alle sorprese di Dio e fiducioso nella sua provvidenza”. “Questo atteggiamento spirituale è decisivo perché possano maturare i germi di vocazione che il Signore suscita con il suo Spirito e la sua Parola”, la tesi di Francesco: “Una comunità in cui si sa dire ‘grazie’ a Dio e ai fratelli, e in cui ci si aiuta a vicenda a sperare nel Signore Risorto è una comunità che attira e sostiene coloro che sono chiamati. Dunque, avanti così, con gratitudine e speranza!”.