Concorsi pilotati, scambi di favori, “bandi sartoriali” tagliati su misura per i vincitori designati, familismo, titoli e pubblicazioni falsate oppure non rispondenti a quelle richieste dal bando, elusione da parte degli atenei delle disposizioni del Piano anticorruzione in materia di sorteggio dei commissari. Un caleidoscopio di opacità, irregolarità e illegalità , che dipingono un quadro a tinte fosche delle università italiane, dove spesso il merito è penalizzato a favore di una gestione nepotistica e personale. Libera presenta i dati di “Esame da superare: la trasparenza”, la campagna nazionale di monitoraggio delle Università italiane. “L’Università – osserva Libera – costituisce parte integrante e attiva del patrimonio culturale del nostro Paese, in quanto luogo dove si coltiva la ricerca, si forma la futura classe dirigente, si trasmettono le conoscenze e i valori che favoriscono la crescita civile e sociale, oltre che lo sviluppo economico. Ma l’Università è anche un settore sensibile, in cui condotte opache e mancanza di integrità amplificano i loro effetti negativi. È quindi importante promuovere azioni comuni che accrescano la trasparenza e incoraggino la denuncia delle condotte irregolari o illecite, anche facendo conoscere e dunque valorizzando norme già esistenti”. Per questa ragione, commenta Libera,” abbiamo coinvolto gli studenti in un’azione di monitoraggio civico per chiedere quanto alcuni strumenti utili a superare l”esame trasparenza’ siano applicati, diffusi e conosciuti all’interno degli atenei”. Le domande hanno riguardato tre ambiti selezionati (piano anticorruzione, codice etico, Whistleblowing), permettendo così di scattare una fotografia del “lato oscuro” degli Atenei italiani.