“Signore, avranno obiettato i discepoli, siamo soltanto in undici, siamo un numero incompleto, ferito, sproporzionato. Il mondo è immenso, il campo di lavoro è sconfinato, i bisogni sono incalcolabili. Siamo soltanto gli undici! – Andate, non calcolate il numero, ma il sapore del sale; non calcolate quanti siete, ma piuttosto quanto sia ardente il vostro zelo; non calcolate quanto c’è da fare, ma di quanta speranza abbiano bisogno i popoli. Andate! Io sono con voi”. È iniziata con queste parole l’omelia tenuta dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini durante l’ordinazione di 22 nuovi sacerdoti diocesani e due religiosi, oggi in duomo.
“Signore, avranno obiettato i discepoli, siamo pieni di dubbi, siamo credenti mediocri. La nostra fede è inquieta, le nostre convinzioni sono fragili e tante cose che tu hai detto noi non le abbiamo capite e spesso ci rendiamo conto di averti frainteso. – Andate! Non perché siete perfetti, io vi mando. Non perché avete già imparato tutto. Non perché siete solidi come rocce, ineccepibili come angeli, dotati di ogni sapienza come sarebbe desiderabili. Non perché siete santi, io vi mando, ma perché possiate diventarlo. Non perché avete imparato tutto, ma perché siete disponibili a imparare. La vostra fede diventerà solida e perfetta perché imparerete da quelli che farete discepoli”.
Delpini più avanti ha affermato: “I candidati che oggi sono inseriti nel presbiterio per l’imposizione delle mani e per la preghiera di ordinazione hanno fatto tutte queste obiezioni al Signore che li ha chiamati e mandati. Hanno trovato nel Signore la risposta convincente che li ha persuasi ad accogliere la chiamata e la scelta della Chiesa. Perciò oggi sono qui. Ma non sono qui solo per se stessi. Sono qui anche per diventare di fronte a tutti la risposta convincente per chi esita a incamminarsi sulle strade della missione. Sono qui per essere testimonianza che vale la pena di mettersi in cammino, perché il Signore Gesù è sempre con noi, ogni giorno, fino alla fine del mondo”.