Siccità: Prandini (Coldiretti), “oltre un miliardo di danni nei campi”

“La mancanza di precipitazioni sta causando gravi preoccupazioni per i produttori agricoli e il conseguente rischio sulla disponibilità di cibo”. Lo afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che in riferimento all’allarme siccità lanciato dall’Osservatorio del Po evidenzia come abbia già determinato “danni per oltre un miliardo a seguito del calo delle produzioni agricole”. “In questo scenario di profonda crisi idrica – sottolinea Prandini –, è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.
Nei campi – sottolinea la Coldiretti – “manca infatti l’acqua necessaria a irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni in buona parte del Paese, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate”. “Una situazione che ha cambiato anche le scelte di coltivazione sul territorio – continua la Coldiretti – con un calo stimato di diecimila ettari delle semine di riso che ha più bisogno di acqua a favore della soia”. A preoccupare – precisa l’associazione – è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. A essere colpito dalla siccità è l’intero territorio nazionale ma “particolarmente grave è la situazione nella pianura padana dove per la mancanza di acqua – precisa la Coldiretti – è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo”.

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