La Chiesa che vive in Amazzonia vuole “riaffermare la sinodalità ecclesiale, il nostro desiderio di camminare insieme, rafforzare la nostra comunione pastorale e continuare, nella speranza, la semina del Vangelo e dei segni del Regno nella nostra amata Amazzonia”. Un intento che si unisce alla “gratitudine agli operai della prima ora, che a Santarém hanno intrapreso concretamente il solido cammino dell’incarnazione, condizione permanente di conversione al Verbo incarnato e di un’evangelizzazione liberatrice”. È quanto si legge nel messaggio finale del quarto Incontro della Chiesa dell’Amazzonia legale, svoltosi a Santarém (Pará, Brasile), la stessa città che ospitò il primo incontro, cinquant’anni fa.
Il documento risalta l’incoraggiamento di Papa Francesco e la “gioia di vivere in mezzo a tanti popoli”, con i quali “sperimentiamo la forza liberatrice del Vangelo che agisce nei più piccoli e che ci interpella e ci invita a una vita più semplice, di maggiore condivisione e gratuità”. Uno stile che è anche una risposta alle minacce di “un sistema economico predatorio e consumista”, che distrugge “i diritti delle popolazioni indigene e le loro tradizioni, della natura e del territorio amazzonico”, tanto che la vita dei popoli di questa gran regione è “appesa a un filo”. Sulla base della Parola di Dio e del Magistero, i partecipanti si impegnano per “una vita più semplice, di maggiore partecipazione e gratuità, di conversione integrale e di incidenza nella difesa della vita degli uomini in alleanza con i popoli della Amazzonia”. L’impegno per una Chiesa “dal volto amazzonico” conferma e attualizza le linee prioritarie del Documento del 1972: incarnazione nella realtà ed evangelizzazione liberatrice.
In questo momento storico, le linee prioritarie per le nuove vie di evangelizzazione sono, secondo i partecipanti all’incontro, il rafforzamento delle comunità ecclesiali di base; la formazione di “discepoli missionari” in Amazzonia; la difesa della vita dei popoli dell’Amazzonia; la custodia della Casa comune, rispetto alle migrazioni, alle attività estrattive e alle mega-infrastrutture; evangelizzazione giovanile.
Il messaggio chiede la preghiera delle comunità ecclesiali ed esprime la sua “gratitudine” a Papa Francesco “per la sua vicinanza e tenerezza verso l’Amazzonia, i nostri popoli e le Chiese particolari”.