“Siamo responsabili del danno che causiamo nel mondo. Siamo responsabili di lasciarci alle spalle un mondo che sia sostenibile per il futuro. Siamo responsabili della creazione di un mondo che i nostri figli possano ricevere, rispettare e trasmettere ai loro figli. Ma purtroppo è vero che siamo la prima generazione che si lascia alle spalle un mondo che ha una forma peggiore del mondo che abbiamo ereditato. Ecco perché la parola ‘futuro’ è fondamentale”. Con queste parole, pronunciate dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, si è aperto mercoledì 8 giugno il “V Summit di Halki” dedicato ai temi dell’ambiente, che ha scelto quest’anno come tema “Sostenere il futuro del pianeta insieme: il ministero profetico di Papa Francesco e del patriarca ecumenico Bartolomeo”. “La seconda parola che vorremmo sottolineare è ‘insieme’”, ha proseguito il Patriarca. Ci è diventato sempre più chiaro negli ultimi decenni – ha osservato – che nessuna singola scienza o disciplina, nessuna singola istituzione o individuo, nessuna singola nazione o organizzazione, ma anche nessuna singola confessione o religione può” affrontare da solo “le varie ripercussioni della crisi ecologica. Ciò significa che non possiamo puntare il dito su nessuna singola causa, ma siamo obbligati a tenerci per mano per assumerci insieme la responsabilità di lasciare un’impronta più leggera e il minimo danno al dono della creazione”. Bartolomeo ha poi detto che sia lui sia Papa Francesco sono “pienamente consapevoli che possiamo affrontare questi problemi solo insieme e non isolatamente”. Per questo, i due leader spirituali hanno lanciato dichiarazioni congiunte – insieme anche all’arcivescovo di Canterbury – “sull’urgenza della sostenibilità ambientale, il suo impatto su coloro che vivono in condizioni di povertà e l’importanza della cooperazione globale”. Ed ha concluso: “Ogni volta che restringiamo a noi stessi la nostra percezione della vita, trascuriamo la nostra vocazione a trasformare il mondo intero. La creazione offre un’opportunità unica per tutti noi, normalmente così divisi, di guardare oltre noi stessi per affrontare una sfida e un compito comuni che dobbiamo affrontare insieme”.