“Non possiamo più accettare, eppure succede ancora spesso, che il luogo di lavoro, che è per la vita, diventi invece un luogo di morte”. A lanciare il grido d’allarme è il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella lettera indirizzata a quanti lavorano nelle istituzioni in occasione della Festa della Repubblica, che si celebra domani. “Penso a chi non è più tornato a casa e alle mogli e ai figli che hanno aspettato invano i propri cari”, prosegue il cardinale nella lettera, il cui testo integrale è disponibile sul sito dell’arcidiocesi di Bologna: “questo mi addolora, mi commuove e non smetto di chiedere condizioni di lavoro sicure per tutti”. “Vorrei un lavoro sempre meno a tempo determinato e più stabile, perché deve contenere il futuro”, l’auspicio dell’arcivescovo: “per sé, per la propria famiglia, per i figli, sì, per i figli. Senza figli per chi si lavora? Vorrei, poi, che il lavoro fosse lavoro buono e non solo lavoro: che i lavoratori fossero sempre messi in regola e che nessuno sia più sfruttato. Possibile che oggi c’è ancora chi non
mette le persone in regola?”.