Diocesi: Bolzano-Bressanone, un incontro a porte chiuse per riflettere sulle priorità a 30 anni dalla riforma sull’assistenza spirituale negli ospedali

Nel corso di due giornate a porte chiuse a Bressanone, 18 assistenti spirituali in servizio negli ospedali dell’Alto Adige hanno approfondito le loro esperienze e fissato le priorità del lavoro a favore di pazienti, familiari e personale sanitario. “L’occasione per l’incontro a porte chiuse nell’Accademia Cusanus – spiega una nota diffusa oggi dalla diocesi di Bolzano-Bressanone – è stato il 30° anniversario della riforma dell’assistenza spirituale ospedaliera in Alto Adige: nel 1972, infatti, fu stabilito per decreto che in provincia di Bolzano non solo i religiosi e i sacerdoti ma anche i laici potevano essere assunti come assistenti spirituali in ospedale. L’assistenza pastorale per i malati, i loro familiari e il personale sanitario è offerta sin da quando esistono le istituzioni sanitarie, ma la possibilità di assumere anche laici qualificati da parte dell’Azienda sanitaria ha rappresentato 30 anni fa una novità assoluta a livello nazionale”.
Ritrovarsi a Bressanone per la ricorrenza è servito a fare il punto della situazione nel settore. Dopo aver ripercorso gli anni passati, i partecipanti hanno approfondito gli aspetti che riguardano il loro lavoro quotidiano e il futuro dell’assistenza spirituale ospedaliera in Alto Adige. In piccoli gruppi e poi nel plenum sono stati individuati i temi particolarmente urgenti e importanti per definire i passi futuri, come la questione del servizio di reperibilità in ospedale 24 ore su 24, le diverse tipologie di rapporti di lavoro con l’Azienda sanitaria e l’introduzione di un organismo di coordinamento provinciale.
“Con soddisfazione e gratitudine è stata celebrata una messa comunitaria. Queste due giornate di ritiro, secondo gli assistenti spirituali, sono state quindi un momento importante per rafforzare il loro impegno con le persone in ospedale”, fa sapere la nota. Ai lavori, moderati dalla consulente Maria Sparber, ha partecipato anche il direttore dell’Ufficio pastorale diocesano, Reinhard Demetz.

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