Papa Francesco: “investire sulla formazione è il miglior investimento per il futuro”

“Investire sulla formazione, sulla scuola, sull’università è il miglior investimento per il futuro di un Paese. Lo sappiamo, lo si sente spesso ripetere, ma non sempre si prendono poi decisioni coerenti”. Lo ha detto il Papa, ricevendo oggi in udienza gli studenti e i docenti dell’Università di Macerata. “Questa crescita umana delle persone non può che avere un riflesso positivo sulla società”, ha affermato Francesco, ricordando che “l’università è – o almeno dovrebbe essere – il luogo dell’apertura della mente agli orizzonti del sapere, agli orizzonti della vita, del mondo, della storia”. “Questa idea di università non ha niente a che vedere con quella ci ha lasciato l’illuminismo, riempire la testa di cose”, ha precisato il Papa: “È tutta la persona che va coinvolta lì, i suoi affetti e il modo di sentire non solo di pensare e anche il modo di agire. Si trova un’armonia umana non quel pensare all’università come a una fabbrica di macrocefali che poi non sanno cosa fare con le mani o con il cuore. È importante questa idea umana dell’università”. Alla fine del suo discorso, il Papa ha citato San John Henry Newman, “là dove scrive che nell’ambiente universitario il giovane ‘si forma un abito mentale che dura tutta la vita, i cui attributi sono la libertà, l’equità, la calma, la moderazione e la saggezza’, e aggiunge: “Indicherei questo come il frutto specifico dell’istruzione fornita dall’università, se confrontata con altri luoghi o modi di insegnamento, e questo è il principale scopo di una università nella sua cura degli studenti”. “Non basta mettere insieme professori e studenti di diverse provenienze. Occorre maturare una cultura dell’incontro. E certamente l’università è un luogo privilegiato per farlo”, ha concluso Francesco, sottolineando che  Macerata ha dato i natali a un grande “campione” di questa cultura che è padre Matteo Ricci: “Lui è stato grande non solo per le cose che ha fatto che ha scritto, ma è grande perché è stato un uomo di incontri, un uomo della cultura dell’incontro, un uomo che è andato oltre all’essere straniero; è diventato cittadino del mondo perché ‘cittadino delle persone’. Questa è cultura dell’incontro. E certamente l’università è un luogo privilegiato per fare questo incontro. Quanto bisogno c’è oggi, a tutti i livelli, di percorrere con
decisione questa strada, la strada del dialogo! Quanto i poteri del mondo sono abituati alla strada dell’esclusione, alla cultura dello scarto! No c’è bisogno del dialogo, la strada del dialogo”.

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