Brasile: decreto Prelatura di Itacoatiara, “realtà ecclesiali non ricevano risorse da chi distrugge l’Amazzonia”. Dom Lisboa de Oliveira al Sir, “non vogliamo lasciarci corrompere”

(Foto: Prelatura di Itacoatiara)

Non si devono ricevere in ambito ecclesiale “risorse finanziarie, in valuta o altri beni, da politici, industrie che contribuiscono alla deforestazione, società minerarie, società di esplorazione di petrolio e gas”. È questo il contenuto del decreto firmato dom José Ionilton Lisboa de Oliveira, vescovo della Prelatura di Itacoatiara, nello Stato brasiliano di Amazonas. Una piccola giurisdizione ecclesiastica, ma protagonista di un atto coraggioso, del quale sta parlando l’intera Chiesa brasiliana, e non solo, dato che si tratta del primo orientamento esplicito sulla questione in tutto il Paese. Del resto, in merito, le parole di Papa Francesco, contenute nell’esortazione apostolica “Querida Amazonia”, sono chiare, in particolare laddove si afferma che “non si può escludere che membri della Chiesa abbiano fatto parte delle reti della corruzione, arrivando talvolta ad accettare di tacere in cambio di aiuto per le opere ecclesiastiche”. E lo stesso Francesco raccomanda di prestare particolare attenzione all’origine delle donazioni o si altri tipi di benefici.
Si tratta, spesso, di situazioni locali, che non hanno grande eco, ma contribuiscono a creare un tessuto di corruzione. Per questo, il vescovo di rivolge nel decreto a sacerdoti e coordinatori di comunità, operatori pastorali, organismi, gruppi e movimenti.
Su questa scelta, il Sir ha contattato direttamente dom Jonilton Lisboa de Oliveira, che afferma: “Il decreto mette per iscritto quello che in realtà è un cammino che ci vede impegnati da tempo. Possiamo dire che abbiamo iniziato a fare queste riflessioni durante il cammino preparatorio al Sinodo dell’Amazzonia, basato su una approfondita fase di ascolto. Poi la preoccupazione è stata presente nel Sinodo stesso e nell’esortazione apostolica di Papa Francesco. Dobbiamo custodire l’Amazzonia, proteggerla. Il decreto vuole essere un orientamento, fissare dei punti fermi in questo cammino attraverso un documento ufficiale. Il messaggio è chiaro, non vogliamo lasciarci corrompere”.
Secondo il vescovo della prelatura di Itacoatiara, “si tratta di arrivare insieme all’obiettivo, stimolando la partecipazione nella vita della Chiesa e creando dal basso una nuova coscienza ecologica. Ognuno deve dare il suo contributo. Abbiamo in mente le nostre popolazioni, i rivieraschi, i piccoli agricoltori, gli indigeni, che pure nella nostra giurisdizione non sono maggioritari”. Dom Lisboa de Oliveira cita le tante situazioni che investono il territorio, dalle “denunce della Pastorale della terra sugli espropri di cui sono vittime i contadini, al mercurio che inquina i fiumi, dalle piantagioni di soia alle grandi fattorie bovine che sempre più tolgono spazio alla foresta”. Di fronte a ciò, la Chiesa non può voltarsi da un’altra parte, “deve educare, come investiamo le nostre risorse?”. La strada è aperta, e altre diocesi promettono di seguirla, anche se il vescovo ammette di non avere notizia di altri esempi, pur dentro a una condivisione di fondo sulla difesa dell’Amazzonia, espressa dall’episcopato a tutti i livelli.

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