“È il momento in cui l’Ue si deve comportare come attore geopolitico, usando il linguaggio del potere”: quieto e sintetico, l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza comune, Josep Borrell, ha dato alcune risposte oggi, interagendo in un dibattito nel contesto della 12ª edizione dello Stato dell’unione in corso a Palazzo vecchio a Firenze. “Siamo molto preoccupati per quel che potrebbe avvenire in Moldova”, ha affermato, contestando però la visione di questa guerra come contrapposizione tra est ed ovest dell’Europa: “È una questione della Carta delle Nazioni unite, che dovrebbe preoccupare tutti. Non stiamo lottando contro la Russia, ma difendiamo l’Ucraina, cioè l’ordine internazionale, altrimenti sarà la legge del più forte”, ha affermato Borrell. Invece “alcuni Paesi guardano dall’altra parte”. C’è però una “differenza da fare tra Putin e la Russia”, ha precisato: “È la guerra di una persona, noi vogliamo fermare Putin, non spingere la Russia ai margini della storia”. La guerra ha “effetti collaterali positivi” per l’Ue: “Non avremmo iniziato a parlare di autonomia energetica e non eravamo consapevoli che l’Europa fosse in pericolo”. E poi ancora: “La solidarietà non è autentica se non si paga un prezzo. Allora diventa autentica. E i politici dovrebbero avere il coraggio di spiegare che questo prezzo va pagato, pena il rischio che diventi molto più caro”. Le altre crisi nel mondo? “Continuiamo ad occuparcene, anche se non sono più sulle prime pagine dei giornali”.