“Un compito affascinante e, al tempo stesso, ricco di responsabilità nel cuore della Chiesa universale”. Così il Papa ha definito il ruolo delle Guardie Svizzere, ricevendo in udienza le nuove reclute accompagnate dai genitori, che questo pomeriggio presteranno giuramento. “I luoghi in cui sarete chiamati a svolgere il vostro servizio sono carichi di una storia segnata dall’abnegazione eroica di tanti servitori della Sede Apostolica, tra cui non pochi svizzeri”, ha fatto notare Francesco: “Dalla istituzione della Guardia Svizzera, molti giovani hanno compiuto la singolare funzione ad essa assegnata, che continua ancora oggi. Attraverso un impegno generoso e fedele, nel corso dei secoli alcuni non si sono sottratti alle prove più dure, arrivando a versare il proprio sangue per difendere il Papa e per consentirgli di realizzare la sua missione in piena indipendenza. Con questa loro dedizione suprema hanno adempiuto quanto previsto dai Regolamenti tuttora vigenti: la sicurezza della persona del Papa e della sua residenza”. “Care reclute, avete scelto di dedicarvi a una mansione squisitamente ecclesiale; vi esorto a viverla come una testimonianza cristiana e comunitaria”, le parole di Francesco: “La vostra attività, infatti, non viene svolta individualmente, ma come comunità: non per nulla vi chiamate ‘Corpo’ della Guardia Svizzera. Possiate concretizzare questa dimensione comunitaria ogni giorno, sia durante le ore – non sempre facili – di servizio, sia nella vita quotidiana di caserma, che prevede momenti di svago, di convivialità, di incontro e di preghiera”.